Reggio Calabria, conclusa la quarta edizione del FACE

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Sotto il cielo stellato di Ecolandia si è conclusa domenica 10 agosto la quarta edizione del FACE, Festival dell’Arte, della Creatività e dell’Ecocultura. Chissà se alzando lo sguardo qualcuno avrà visto una stella cadere, di certo il desiderio alla base FACE si è realizzato nel viaggio oltre che nella destinazione.

Un percorso artistico e creativo che ha visto, dall’1 al 10 agosto, il coinvolgimento di oltre 60 artisti, la coesistenza di una molteplicità di forme espressive ed una proposta culturale incentrata sulla riflessione artistica, sull’ibridazione, sull’urgenza ambientale. Una spirale di cambiamento attivata attraverso le arti come forme di rinnovamento culturale e sociale.

Ricco il programma dell’ultima serata, presentata da Francesco Miroddi. Come di consueto alle 18:00 sono state aperte le mostre allestite negli spazi del fortino: fotografia, video, scultura, pittura, installazioni, il tutto in perfetta integrazione e sinergia con un luogo storico e suggestivo come il fortino di Arghillà. Ad arricchire l’offerta la possibilità di visitare la mostra “Le macchine di Leonardo da Vinci” ed i laboratori permanenti presenti nel Parco: entomologia, stampa 3D ed energie rinnovabili.

Ad aprire la scena Daniele Jannò, attore romano di origine reggina, con la performance “JD On the rock’s”. A seguire il live delle Druklit, all-female band, nata nel 2013. Dopo vari cambi di line up, le Druklit sono oggi un trio formato da Desideria Strati alla voce e chitarra, Cecilia Caserta al basso e Laura Battaglia alla batteria.
E’ stata poi la volta dei “My Darkest Eye“, (Demetrio Calafiore alla voce e chitarra, Andrea Squillace alla chitarra, Gianfranco Logiudice alla batteria e Luca Brandi al basso), formazione nata nel 2012, con una proposta musicale che spazia dal rock all’heavy toccando e assimilando toni dark ed electropop.

Dalla torretta del fortino, storie di resistenza nel monologo dell’attrice emiliana Caterina Lusuardi.
E’ stata poi la volta della video installazione di Paolo Genoese e Paolo Albanese “Memoire Maroc” con l’accompagnamento della potenza vocale della cantante Valentina Balestrieri.
Sul palcoscenico del FACE arrivano poi i “Bluestones”, formazione reggina nata nel 2004, dalle influenze stoner e rock’n’roll, il cui nome deriva dalle affascinanti e misteriose “Pietre Azzurre” (Bluestones) all’interno del complesso di Stonehenge in Inghilterra.

La riflessione sullo stato dell’arte contemporanea, e sulla polemica scatenata in seguito al recente intervento artistico di Gerald Bruneau sui Bronzi di Riace, ha ispirato la performance “Je suis Gerald Bruneau”, già proposta sabato mattina davanti al Museo Archeologico Nazionale di Reggio.

Nella piazza d’armi del fortino i gemelli Giuseppe e Pietro Plutino hanno rappresentato i Bronzi A e B in salsa country presentando agli spettatori la “Merde de Bronze” che ricalca la “Merda d’artista” di Piero Manzoni del 1961, provocatoria opera manifesto di un’epoca.

Un ritorno nella sua terra quella di Kento, sul palco con Mad Simon. Due degli storici componenti dei Kalafro, collettivo musicale reggino che affonda le proprie radici nel linguaggio esplicito del rap, nel suono ipnotico del reggae e nella vibrazione folk, realtà fortemente legata alla terra di origine. Sono proprio le radici ad essere esplorate nei testi di Kento, tanto da dare il titolo al suo ultimo album uscito nel febbraio del 2014. Nel corso degli anni Kento, ormai trasferitosi stabilmente a Roma, ha avuto modo di accreditarsi come uno dei rappers più maturi e concreti della scena nazionale.

E’ stata inoltre riproposta la perfomance dei Gemelli2+Dazo Molino: terre desolate, tormenti, vortici si sono espressi nella forza gestuale e visiva dei gemelli Plutino la cui sinergia ha fatto da schermo alle proiezioni di immagini naturali: alberi, fuoco, landscape che sono radici, ma anche macerie, “immagini infrante, dove batte il sole”.

Ancora performance con la cosentina Ivana Russo, tra le dieci artiste donne selezionate per il progetto “Artiste da Sud”, con la sua evocativa “Berlino e gli angeli sopra Ecolandia”. Un lavoro fotografico su Berlino che trae ispirazione dalle suggestioni del film “Il cielo sopra Berlino” del regista Wim Wenders, ambientato nella Berlino degli anni ottanta prima della fine della Guerra fredda e del crollo del muro. Solo gli angeli avrebbero potuto vedere nella sua interezza la città divisa, così la Russo indossando delle ali, e consegnandole agli spettatori, ha invitato i presenti ad esplorare quella Berlino chiusa in una stanza fatta di foto e video sino a inscenare la rottura di un muro ideale realizzato con i suoi scatti della città tedesca.

A concludere la serata il dj set di Diego Brancatelli, dj e producer romano nonché fondatore e membro del collettivo artistico Jeff, e dei JamàfriKa Roots Movement, movimento di sensibilizzazione dei diritti umani.
Entusiasta del risultato Paolo Genoese, che con Paolo Albanese è direttore artistico dell’evento. «Siamo soddisfatti- dichiara Genoese – del fatto che tanta gente abbia puntato sulla cultura e sul FACE tanto che – prosegue – prevediamo per settembre un ulteriore appuntamento ad Ecolandia con il “FACE festival off”».

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