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Il disegno di legge sulla stabilità adottato ieri dal Consiglio dei Ministri nulla dispone circa la soluzione dei problemi riguardanti le concessioni demaniali marittime, al contrario di quanto anticipato ufficialmente e formalmente dal Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Economia e delle Finanze Pier Paolo Baretta nell’incontro del 26 settembre scorso.
Cosa ancora più preoccupante che nessun provvedimento sia stato adottato per quanto riguarda le circa 350 imprese che, a causa di canoni pertinenziali insopportabili, sono sull’orlo del fallimento essendo ormai scaduta la moratoria a suo tempo concessa.
Ciò sta determinando nella categoria delusione ed amarezza per una assenza che viene interpretata come una cedevole e inopinata inversione da parte del Governo su una proposta avanzata dall’Autorevole suo rappresentante.
A questo si aggiunga la mancanza di informazione preventiva, così come assicurato, nei confronti di 30 mila piccole imprese che attendono con ansia soluzioni, (per quanto riguarda i “pertinenziali” siamo ormai oltre la disperazione), che riguardano il futuro di così tante famiglie, e che da diversi anni continua a causare il blocco di ogni tipo di investimento e innovazione.
Per tutto quanto sopra esposto, SIB/FIPE – Confcommercio, FIBA – Confesercenti, CNA – Balneatori, Assobalneari Italia – Confindustria e OASI – Confartigianato chiedono al Sottosegretario Baretta e alle forze politiche più direttamente coinvolte nella proposta governativa:
a) una nuova moratoria che riguardi il pagamento dei canoni pertinenziali, così da evitare che si concretizzino le iniziative e i provvedimenti già in corso, o in avvio, che porterebbero queste imprese al fallimento o, comunque, alla revoca delle concessioni.
b) un incontro urgentissimo al fine di conoscere, a questo punto, quali sono i provvedimenti e in che tempi il Governo intende adottarli per la soluzione delle annose problematiche del settore anche per fare chiarezza sulla ridda di indiscrezioni che tanto allarme suscitano nella categoria, avvertendo che nulla potrà essere accettato dai balneari senza che sia stato concordato.
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