Questo post é stato letto 27860 volte!
Come era ovvio ed in perfetta linea con un consolidato, quanto ammuffito, modo di fare politica, l’ex sindaco Scopelliti, nascondendosi nell’ombra e alla stregua di un mandante, spinge avanti i suoi scherani per eludere fatti concreti e insultare le persone serie ed oneste.
O, come nel caso dell’epurazione da assessore di Paolo Gatto, di mettere a tacere le voci libere, autonome e fuori dal cuore. Una piccola e decrepita macchina del fango, sul modello coniato ad Arcore dall’indagato per prostituzione minorile e concussione, in salsa reggina. Ovviamente, tutto ciò serve a non rispondere su vicende ed episodi incontrovertibili, addirittura accertati dalla Magistratura, che, come nel caso-Labate evidenziano una vergognosa e folle gestione privatistica delle casse comunali che ormai sono ridotte ad uno stato comatoso e vicine al dissesto finanziario.
Per tentare di difendersi, il mandante Scopelliti ha fatto esporre un consigliere comunale che risponde al nome di Walter Curatola, il quale, come vedremo, pur non avendo alcun titolo, ha tentato di dettare le regole del come si fa politica, anzi come si fa politica a Reggio Calabria.
Disposti sempre agli altrui suggerimenti, apprendiamo da tale Walter Curatola che si fa politica a Reggio, lisciando supinamente gli stivaloni al presidente Scopelliti, tacendo sul fiume di denaro della collettività abusivamente intascato dall’architetto Bruno Labate e mettendo sott’olio, come le alici, i problemi reali e scottanti della disastrata e distrutta città di Reggio.
Se Curatola – il consigliere silenzioso e molto assente dalle sedute del civico consesso – come già successo in passato acquista la parola solo quando si tratta di fare il killer politico, ce ne avesse avvisato prima, non saremmo caduti nell’errore che ci rimprovera. Però, poi, succede che il consigliere Curatola, nell’infame tentativo di squalificare non solo la nostra specifica e incontrovertibile azione di denuncia, ma l’intero Partito dei Comunisti Italiani, lancia la notizia falsa e indegna che il nostro Partito sarebbe stato “accusato dalla stessa sinistra” di essere autore d’una lettera anonima “su un consigliere regionale comunista”.
La gravissima affermazione di Curatola è un’assoluta novità poiché se così fosse avremmo già ampiamente querelato e non una volta, gli autori delle affermazioni in questione, se al contrario l’accusa è mossa dallo stesso Curatola non perderemo neanche un secondo e ci recheremo a denunciare alla Procura della Repubblica le parole infamanti e diffamatorie del Curatola.
Il Partito dei Comunisti Italiani – è inutile, però chiarirlo al grande calunniatore e diffamatore – ha sviluppato la sua incessante azione sempre e soltanto alla luce del sole e a viso aperto. Non s’è mai macchiato della sordida iniziativa che viene messa in campo da Walter Curatola. Il quale deve produrre prove e fonti della sua immonda ed indegna insinuazione, raccolta nell’immondizia e nella melma di cui il presidente Scopelliti, già sindaco, ha riempito la città di Reggio Calabria. Il consigliere Curatola, prima di nominare i Comunisti, dovrebbe lavarsi la bocca, ripetutamente. Ma siamo certi che, anche dopo lavata, non sarà sufficiente.
E farebbe cosa utile alla conoscenza dei reggini se rammentasse di che stoffa sono intessuti i consiglieri comunali di Scopelliti – non tutti – se, per esempio, si ricordasse che nel 2005 fu nominato dalla giunta Scopelliti nell’incarico tecnico, lautamente remunerato con i soldi della collettività reggina, per la progettazione di Piazza Orange. Basta guardare la suddetta piazza e ricordare le giuste polemiche seguite alla sua realizzazione per comprendere su che basi vengono scelti, dalla cricca che governa la città, i progettisti delle opere pubbliche. Infatti, guarda caso, dopo avere ottenuto l’incarico e per l’alto amore della città, non certo per gratitudine verso il mandante Scopelliti, Walter Curatola si candidò nel 2007 al consiglio comunale.
Divenuto consigliere comunale, udite udite, la sorella di Curatola, guarda caso, fu assunta alla REGES. Anche questa sarà un’ulteriore semplice, banale e fortuita coincidenza.
Vero, Curatola?
E’ questo, invece, un chiaro esempio della sconcertante parentopoli reggina di fronte alla quale quella scoppiata nella Roma di Alemanno è addirittura poca cosa: imparino da Reggio come si amministra favorendo, solo ed esclusivamente, parenti, amici, clienti e sodali.
E’ evidente che il triste, ma purtroppo reale, racconto di tutto ciò stride con la realtà quotidiana costituita da migliaia di disoccupati o di validissimi tecnici e professionisti reggini (architetti, avvocati, commercialisti, geologi, geometri, ingegneri, periti, ecc ecc) che, non avendo fratelli consiglieri comunali, non possono, drammaticamente, neanche aspirare ad un lavoro dignitoso o ad un incarico professionale dell’amministrazione comunale.
Walter Curatola non milita, come noi, nel partito-famiglia, ma, molto più concreto di noi, ha la famiglia come partito: una nuova, originale e redditizia corrente politica e di pensiero……
E non ci si venga a dire che scendiamo su un terreno personale. Chi ha la coda di paglia deve tacere per evitare che gli s’attacchi il fuoco proprio lì. E non si tratta di un fuochino, ma di un rogo inarrestabile che colpisce, interamente, un sistema di potere putrido che ha portato la città di Reggio al crack e alla bancarotta finanziaria.
Del resto, Curatola dovrebbe ricordare al mandante Scopelliti, che tace e manda cinicamente al massacro gli altri, di rispondere su alcuni semplici quesiti.
Infatti, ribadiamo, e non ci stancheremo di farlo, che troviamo stucchevole ed incredibile l’assordante silenzio del PDL, dell’ex sindaco Scopelliti, del f.f. Raffa e del candidato sindaco Arena sulla squallida e vergognosa vicenda, scaturita dall’indagine della Magistratura, dell’accreditamento, da parte dell’amministrazione comunale targata PDL, di centinaia di migliaia di euro all’arch. Bruno Labate per lavori ed attività, come ammesso candidamente dallo stesso Labate, mai svolte. Una vicenda senza alcun precedente nella storia.
Crediamo che i reggini, dopo nove anni di fallimento amministrativo e di certificata bancarotta finanziaria delle giunte PDL di Scopelliti e Raffa, abbiano il sacrosanto diritto di sapere la verità e di conoscere a quanto ammonta il debito del Comune.
Abbiamo fiducia nella Magistratura e auspichiamo che si proceda, senza guardare in faccia nessuno, per fare ritornare a Palazzo S. Giorgio trasparenza e legalità.
Elementi fondamentali ma, oggi, totalmente e drammaticamente assenti nella città di Reggio.
Questo post é stato letto 27860 volte!