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La decisione della Coca Cola di avviare un tavolo di confronto con fornitori e autorità locali rappresenta un segnale di grande apertura da parte della multinazionale dopo il clamore suscitato sui media di tutto il mondo dalla questione relativa alla produzione e trasformazione dei prodotti agrumicoli nella Piana di Rosarno.
Una disponibilità che certamente è anche frutto della forte risposta pervenuta da parte tutti i soggetti istituzionali coinvolti in merito alla ventilata ipotesi, lanciata forse in modo provocatorio dalla Coca-Cola, di sospendere i contratti in essere con i produttori locali di succo d’arancia concentrato.
La presa di coscienza della multinazionale, che ha portato alla decisione di aprire un confronto con tutte le parti interessate, non può che essere accolta con favore come un passaggio positivo della vicenda.
Una discussione franca su tutte le problematiche connesse, dal prezzo irrisorio pagato per i prodotti alla presenza dei moltissimi lavoratori stagionali di origine africana, porterà certamente risultati concreti sul piano della chiarezza nei rapporti e servirà a sfatare questa immagine di una Rosarno poco accogliente o addirittura impegnata in un’azione di metodico sfruttamento della manodopera, per troppo tempo rilanciata con grande clamore mediatico a livello globale.
Un lavoro che produrrà positivi riflessi anche rispetto alla crisi di un settore vitale per l’economia calabrese, che oggi rischia di abbattere una fetta consistente di famiglie che vivono sulla coltivazione degli agrumi.
Diventa però importante e fondamentale, per la riuscita del tavolo di confronto, che vengano pienamente coinvolti enti locali, istituzioni, associazioni di categoria e forze sociali per giungere a soluzioni quanto più possibile condivise e concordate.
In questa ottica, dal tavolo della discussione non può essere esclusa la Provincia di Reggio Calabria, così come un ruolo preminente deve avere la Regione Calabria, anche in virtù dell’attenzione che il governo Scopelliti ha sempre prestato a Rosarno ed alle problematiche del territorio.
In tal senso ho interpellato l’Assessore alle Attività Produttive Antonio Caridi, il quale ha già manifestato attenzione e sensibilità verso il problema, che unitamente all’Assessore all’Agricoltura e ad altri colleghi può fornire un contributo determinante sia per quanto attiene la questione specifica che per ciò che riguarda soluzioni rispetto allo sviluppo del territorio nel suo complesso.
Si tratta, in ogni caso, di fare fronte comune per tutelare la produzione della filiera agrumicola calabrese, che sconta le gravi distorsioni del mercato del lavoro, davanti ad un comportamento, da parte della Coca Cola, poco rispettoso delle regole del mercato nei confronti di una realtà, come quella di Rosarno, già gravemente colpita dalla crisi economica oltre che particolarmente esposta sul piano sociale.
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