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Apprendiamo che la nave danese Ark Futura ed una nave norvegese che trasportano 560 tonnellate di “agenti chimici” di provenienza siriana, hanno completato le fasi di carico dei container e sono in viaggio verso il porto di Gioia Tauro.
Tale arsenale sarà “trasferito sulla nave americana Cape Ray “da nave a nave” mediante appositi rotabili” e “senza stoccaggio a terra dei container”, rassicura il ministro Lupi. L’operazione avverrà “secondo standard internazionali di sicurezza.” Questa operazione di trasbordo e successiva distruzione mediante idrolisi in acque internazionali dell’arsenale siriano, continua a destarci perplessità: l’imponente scorta militare che la affianca non può certo passare inosservata: 600 militari isoleranno la zona per circa un chilometro mentre il viaggio e le successive operazioni saranno scortate da unità navali da guerra.
Nonostante il Governo abbia fatto sapere che non è la prima volta che dal porto di Gioia Tauro passano sostanze definite “pericolose”, e che la scelta è ricaduta perché considerato porto di “eccellenza”, è ovvio che un disarmo non può essere minimizzato come fosse un’operazione di routine, perché obiettivamente, non lo è, e lo conferma il fatto che nessun altro passaggio di sostanze pericolose, finora, ha mai avuto necessità di essere affiancato da un simile dispiegamento di forze militari.
Oltretutto, la scelta di non coinvolgere nelle decisioni le Autorità locali, di ignorare le proteste delle varie associazioni contrarie tra cui Cittadinanza Democratica e di non aver provveduto ad una tempestiva informazione su cosa fare in caso di incidenti, non può che destare ulteriori dubbi circa l’effettiva pericolosità dell’operazione.
Desta inoltre non poca preoccupazione il fatto che queste operazioni si stanno per svolgere durante il periodo estivo, con possibili ripercussioni negative per il turismo, oltre che con maggior potenziale pericolo per le migliaia di bagnanti che giornalmente frequentano le vicine spiagge. Tale completa mancanza di attenzione anche per questi aspetti, dimostra che si tratta di decisioni calate dall’alto che non tengono in nessuna considerazione le esigenze dei territori e i rischi che vengono fatti correre ai cittadini. Per tanto, Cittadinanza Democratica ribadisce il suo NO a questo trasbordo che tra l’altro, fin dall’inizio ha mancato in trasparenza ed adeguata informazione ai residenti.
IL MOVIMENTO CIVICO “CITTADINANZA DEMOCRATICA”
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