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Nella ricorrenza dei settanta anni dalla nascita della Repubblica italiana, il Centro Internazionale Scrittori della Calabria, presso la Biblioteca Comunale “P. De Nava” di Reggio Calabria, ha promosso il secondo incontro “Luigi Einaudi: il Presidente della ricostruzione”. Ha relazionato il Prof. Tito Lucrezio Rizzo, Consigliere titolare dell’Organo centrale di Sicurezza Segretariato generale della Presidenza della Repubblica, Componente del Comitato Scientifico del CIS. Ha introdotto i lavori Loreley Rosita Borruto, presidente del Cis. Luigi Einaudi (1874 – 1961) – ha sostenuto il prof. Tito Rizzo – fu un modello di costume: parsimonioso con se stesso, ma molto generoso e sensibile alle necessità dei più bisognosi, avendo impegnato annualmente i 2/3 della Dotazione del Quirinale per aiutarli con sussidi, acquisto di costosissimi medicinali e di mezzi ortopedici. Appena eletto Capo dello Stato (1948), espresse il rimpianto di non poter più partecipare ai dibattiti e di non poter più sentire la gioia “di essere costretti a poco a poco dalle argomentazioni altrui, a confessare a se stessi di avere, in tutto o in parte torto, ed accedere, facendola propria, all’opinione di uomini più saggi di noi”. La Costituzione che l’Italia si era data – disse- veniva ad affermare due distinti principi: “conservare nella struttura sociale presente tutto ciò e soltanto ciò che è garanzia della libertà della persona umana contro l’onnipotenza dello Stato e la prepotenza privata; e garantire a tutti, qualunque siano i casi fortuiti della nascita, la maggior uguaglianza possibile nei punti di partenza.” Sotto l’aspetto tributario in particolare, propose un sistema di poche e chiare imposte, a carattere progressivo, senza giungere ad un sistema impositivo vessatorio, avvertendo: “bisogna avere il coraggio di dire la verità ed affermare che in Italia il contribuente, il quale cerca di occultare parte del suo reddito al Fisco, compie un’azione di legittima difesa”. La scienza economica era subordinata alla legge morale, mentre la dipendenza dell’economia dalla politica, significava asservimento dello Stato a gruppi industriali e finanziari monopolistici, decisi ad ottenere posizioni di vantaggio, a danno dell’interesse generale. Andavano – al contempo – combattute: le rendite parassitarie dovute alle rigidità del mercato del lavoro, gli avventurismi finanziari speculativi, gli indebitamenti contratti per l’acquisto di beni voluttuari. Il prof. Rizzo ha concluso ricordando come il Presidente Luigi Einaudi fu convinto assertore della necessità della nascita dell’Unione europea, superando quello che definì, dopo la tragica esperienza delle due Guerre mondiali, “ l’idolo immondo dello Stato sovrano.”
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