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Riceviamo e pubblichiamo un comunicato del Segretario Regionale UIL FPL Nuccio Azzarà e dei Segretari Provinciali Francesco Politanò e Nicola Simone:
“Per mano del Sindaco di Alfedena, ahinoi Commissario ad Acta per il Piano di rientro, si sta consumando il colpo mortale ai danni della sanità pubblica della provincia reggina facendoci fortemente sospettare che la ratio sia la realizzazione di un sistema sanitario retto ESCLUSIVAMENTE sulla sanità privata, e sugli interessi che in questo mondo ha la politica e la massoneria. Questo modus agendi sta portando inesorabilmente all’impoverimento dell’offerta pubblica ospedaliera che si regge sugli unici ospedali veri della provincia, oltre l’hub di Reggio Calabria, gli spoke di Locri e Polistena. Nel mentre i servizi languono in un’agonia lenta e inesorabile, quotidianamente le funzioni ospedaliere sono taglieggiate e si muore per banali patologie, si assiste alla “propaganda di regime” che promette mirabilie. Ieri era il probabile bluff della cardiochirurgia di Reggio Calabria con i suoi 50 milioni di euro di danno erariale, oggi sono la chimera di centinaia di assunzioni.
A questo funereo quadro si aggiungono le notizie della chiusura dei day-hospital nei due ospedali spoke di Locri e Polistena, ultimo atto di quello che è un incessante sistematico progetto di smantellamento e smobilitazione della offerta sanitaria pubblica. Si aggiunga che i posti letto a livello regionale raggiungeranno (quando entreranno in funzione i nuovi ospedali) la media del 3,4/1000abitanti, mentre scende al 3,01/1000 abitanti su base provinciale (questo quando entrerà in funzione il nuovo ospedale della Piana), è evidente che il tasso di posti letto/abitanti è già oggi abbondantemente ben sotto la media nazionale. In ogni caso sotto la media nazionale del 3,7/1000 abitanti (tra posti letto pubblici e privati per e post-acuzie). Di fronte a questo quadro desolante registriamo l’assoluto silenzio del direttore di Presidio dell’ospedale di Polistena e del direttore DAO che, supinamente accettano di essere cinghie di trasmissione delle volontà dell’uomo solo al comando, l’immarcescibile commissario Scura.
C’è poi da evidenziare che tutte queste “operazioni” sono fatte in assoluta mancanza di atto aziendale, del di cui varo l’indescrivibile Commissario se n’era fatto un punto d’onore. Siamo a ottobre e dell’Atto Aziendale non si ha traccia ne si capisce se e quando vedrà la luce, tanto lo si aspetta da decenni, facendo delle leggi dello Stato, uso ed abuso a propria discrezione e riducendo la legalità, tanto auspicata e decantata, ad un “orpello” . In questo “bollettino di guerra” o meglio de profundis della sanità calabrese e reggina, assistiamo alle baruffe ed alle pantomime in carta bollata di questo arzillo pensionato di Alfedena che brilla solo ed esclusivamente per la sua verve incline al litigio. Litiga con i Sindacati, con i Sindaci e quando non sono i Sindaci o il Sindacato è il governatore Oliverio ormai divenuto statua di sale della Regione Calabria. Forse, sarebbe meglio che l’ineffabile Commissario ad Acta evitasse di contraddistinguersi per dubbie procedure concorsuali poste in essere in contrasto di norme sulla mobilità (per compensazione o volontaria) e per aver consentito quando non incrementato il fenomeno dei cosiddetti “imboscati”.
L’occasione del 7 novembre con il Sit-in davanti alla Prefettura di Reggio Calabria per il ripristino di un diritto negato e per una sanità pubblica degna di questo nome per tutta la provincia, potrebbe rappresentare una utile occasione per tentare una inversione di rotta. Auspichiamo che tutti i Sindaci, tirrenica e ionica con a capo quelli dei comuni sede degli ospedali spoke di Locri e Polistena, ma anche tutti coloro che sono dotati di buona volontà, siano presenti per fare un fronte comune per la difesa dell’art. 32 della Costituzione e che una grande mobilitazione faccia riflettere il Commissario Scura ed il governatore Oliverio. Speriamo (la speranza si sa è l’ultima a morire)che l’ing. Scura, dopo aver rifiutato l’incarico nel Lazio, maturi l’idea e torni nelle calde braccia di Alfedena dove i suoi concittadini, ce lo auguriamo per lui, lo aspettino a braccia aperte”.
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