“C’ero una volta”, l’opera di Barbarossa e Benelli

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A distanza di tre anni dall’uscita di “Crimine infinito” continua instancabile l’esplorazione dei due autori del mondo delle cosche. “C’ero una volta” raccoglie le confessioni del pentito Antonino Belnome che entra nel dettaglio del sistema malavitoso: i rapporti tra Calabria e Lombardia, i legami con gli apparati deviati delle istituzioni, gli omicidi, le estorsioni, il ruolo dei direttori di banca, quello delle donne, i codici d’onore, i riti, la politica, i preti, i soldi, la violenza. «Sono andato all’inferno e sono tornato indietro.

Vivo».  Un giorno del 2022 Cristiano Barbarossa e Fulvio Benelli ricevono una telefonata: “Vorrei raccontare ogni cosa che ho visto e che ho fatto. Conosco la ’ndrangheta da dentro e sono disposto a farvici entrare”.  A parlare è Antonino Belnome, nato in Lombardia da madre calabrese, bomber del Teramo e del Catania, divenuto negli anni sicario, boss e infine pentito, uno dei più importanti e attendibili testimoni di ’ndrangheta che ci sono oggi in Italia.  

Belnome ha deciso di raccontare tutto, entrando nel dettaglio del sistema malavitoso: i rapporti tra Calabria e Lombardia, i legami con gli apparati deviati delle istituzioni, gli omicidi, le estorsioni, il ruolo dei direttori di banca, quello delle donne, i codici d’onore, la politica, i preti, i soldi, la violenza.  

“C’ero una volta – Le  molte vite di Antonino Belnome, il calciatore padrino” è arrivato in libreria per Fandango Libri già venerdì 24 gennaio.

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Author: Ntacalabria Redazione J