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La protesta contro l’uso del carbone e la Centrale di Saline Joniche è, come al solito, un monologo dei soliti personaggi e delle varie pseudo associazioni che campeggiano nell’area di chi avversa qualsiasi possibilità concreta di rinascita per il territorio, come i nuovi personaggi della politica sorti solo per un voto di protesta, che sono destinati a sciogliersi come neve al sole e, che nel nuovo Governo appena formatosi non hanno alcuna voce in capitolo.
Gente che pensa di riuscire a brillare solo gettando discredito e fango sugli altri, facendosi portavoce di un NO che è solo frutto di demagogia e strumentalizzazione.
E se non possiamo esser noi a giudicare nel merito la bontà dell’opera della SEI, certamente non possono farlo neppure quelli del No al Carbone, che sono persone che non hanno nessuna competenza in materia, e fino a ieri non sapevano neppure dove si trovasse Saline Joniche.
Queste risposte le devono dare solo gli esperti in materia e, ci sembra che nessun comitato scientifico su indirizzo dei contrari alla Centrale, abbia fino ad oggi studiato il
Progetto SEI per Saline Joniche, eccetto quelli che il Ministero della Salute e dell’Ambiente hanno inviato sul posto, che hanno concluso per l’assoluta compatibilità della Centrale con il territorio.
Ma anche su questa decisione, di straordinaria importanza, i disfattisti cercano sempre di nascondersi dietro il dito, minimizzando la valenza di tale decisione che spazza via tutti i dubbi per quanto concerne salute dell’uomo e dell’ambiente.
E questo, anche dopo un DPCM favorevole ed addirittura dopo aver ricevuto l’ultimo assenso positivo espresso con l’emanazione del Decreto Ministeriale, che certifica in modo definitivo la piena compatibilità del Progetto con la salute e l’ambiente.
Adesso è giunta l’ora che tutti si prendano le responsabilità delle proprie dichiarazioni relative ad azioni che ad ogni costo vogliono impedire la venuta alla luce del Progetto della SEI.
E soprattutto devono fare vedere ai cittadini di Saline Joniche e dintorni che, se non vogliono la Centrale, hanno pronta una soluzione alternativa reale e concreta, che dia la possibilità di un lavoro stabile e la speranza di un futuro sereno e sicuro.
Ma con i fatti, non con le chiacchiere e le interrogazioni.
E’ giunta l’ora che dalle parole si passi ai fatti, che dalla politica del parlare si inizi quella del “fare”.
Si mettano da parte le scusanti varie per dire sì e no tanto per dire.
La Società proponitrice del Progetto deve rispettare le normative e le leggi in materia?! Alle Istituzioni competenti, il compito di verificare e vigilare sul rispetto di queste.
In questo preciso momento storico, le Amministrazioni, gli Enti, Confindustria, le Associazioni di categoria e tutti quelli che possono e devono assicurare lo sviluppo, il progresso e la crescita di un territorio e del suo popolo, abbiano il coraggio di uscire allo scoperto in maniera decisa, invitando magari anche la SEI intorno ad un tavolo di concertazione e discussione, serio e costruttivo, senza più interessi di partito o di parte ma, con l’unico scopo di gestire al meglio quest’opportunità di investimento privato, promosso da un’azienda di primaria importanza nel settore energetico, che potrebbe davvero far rinascere un territorio ed una popolazione ormai davvero “alla frutta”.
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