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di Francesco Iriti
«Dal 2007 si ascoltano i vari No alla centrale a carbone a Saline Joniche. In quel periodo si è cavalcata l’onda delle elezioni amministrative nel Comune stesso, qualche fase di stallo, poi le Regionali. Oggi, in vista delle imminenti elezioni provinciali e quelle comunali a Reggio Calabria in moli tentano di gonfiare nuovamente l’onda a “dismisura”».
Il comitato “Vedere Chiaro” ritorna sulla questione della centrale a carbone nel comune montebellese facendo un ampio excursus sulle «12 centrali funzionanti in Italia, ed in Europa le troviamo in Svezia, Danimarca, Finlandia, Austria, Germania ed in tutto il resto del mondo, che numericamente sono diverse centinaia e centinaia».
Il presidente del comitato Foti pone una domanda «su quelle a carbone: ma veramente hanno ricadute così “devastanti”e distruttive e sono fonte di mortalità per ogni forma di vita uomo compreso? Da 50 anni e oltre questi paesi dovrebbero, quindi, essere in condizioni “pietose” per quanto riguarda l’ambiente».
Servono delle certezze, come confermato dai membri del comitato “Vedere Chiaro” che «siamo molto scettici su tutto ciò che è stato ad oggi propinato alle persone con la conseguenza di impaurirle. Noi vogliamo veramente dati scientifici inconfutabili, che possano rassicurare sulla fattibilità soprattutto per quanto riguarda salute e ambiente, della centrale a carbone anche a Saline Joniche e quindi smentire tutto ciò che ad oggi e stato detto e scritto».
«Sono 40 anni che tantissimi politici siedono nelle poltrone ai vari livelli istituzionali, ma guarda caso non hanno mai sentito l’urgenza di consigli ad hoc e personale partecipazione – continua Foti – in merito all’abbandono e successive speculazioni della ex liquichimica nè del continuo “ri… pascimento” del porto o per la chiusura , anzi mai apertura delle OGR di Saline e tant’altro».
«Che c’è di programmato e progettato in tutto questo tempo? Pertanto si ragioni anche in virtù del passato – si apprende dalla nota – e si affronti senza alcun pregiudizio e preconcetti, un sereno confronto con la SEI».
«Viene riportato negli ultimi giorni il fatto che la SEI sta facendo affiggere dei manifesti elencando quali sono le positività del Progetto, ed abbiamo avuto notizia da un paio di interviste televisive – aggiunge il comitato – che la stessa SEI farà una campagna di informazione e comunicazione al territorio in tal senso. Ci sembra una cosa giusta e corretta».
«Nella speranza che tali informazioni abbiano il riscontro vero di una reale garanzia per la salute della gente ed il rispetto per l’ambiente che ci circonda, in modo che anche chi prima aveva espresso un dissenso troppo anticipato e poco documentato possa così rivedere la propria posizione ed accettare con serenità il dialogo ed il confronto – conclude Domenico Foti – per capire se davvero questo progetto della multinazionale svizzera può rappresentare una straordinaria opportunità di crescita e sviluppo reale del nostro territorio».
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