Centrale a carbone Saline, “Vederechiaro” stigmatizza i “No Coke”

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Riceviamo e pubblichiamo:

L’ennesimo tentativo di mistificare la realtà dei fatti, di porre l’accento su questioni ora infondate ora pretestuose, non poteva certo esimerci dalla formulazione di alcune considerazioni. Ahinoi, verrebbe da dire, anche considerando la frequenza con cui ci si vede costretti a chiarire e spiegare quanto, in tutta evidenza, è già chiaro e cristallizzato.

            Non per tutti però, atteso che le solite associazioni del “no sempre e comunque”, continuano a insistere lungo un percorso di delegittimazione insensata e ormai inaccettabile.

            Già, la delegittimazione, in altre parole l’unico strumento rimasto a chi di argomenti seri e concreti sembra non averne più da un pezzo.

            Ancor prima di entrare nel merito dei reiterati attacchi, anzi, per meglio dire, delle infinite ipotesi sbandierate ad arte e tendenti ad associare il progetto SEI ad ambienti criminali, pare opportuno evidenziare, ancora una volta, come sin dal principio non ci si sia mai sottratti al confronto su quei temi meritevoli di ogni più opportuno approfondimento.

            Questo, con la certezza di poter trovare interlocutori pronti a quel confronto, capaci di produrre argomenti concreti, seri e credibili, opinioni diverse e contrarie.

            Cosa che, a ben vedere e senza dubbio alcuno sulla parte che ha preferito affidarsi alla delegittimazione, non è mai avvenuta.

            Tanto che, anche chi per un certo tempo ha  sostenuto una battaglia di natura ambientale, pur senza solide basi e dati certi, da qualche tempo a questa parte ha lasciato intendere come in realtà certi temi fossero solo un pretesto e nulla più, anche considerando che chi ha fatto, o fatto finta di fare, della tutela dell’ambiente il proprio vessillo, mai ha fatto sentire la propria voce in altre vicende, mai ha lottato veramente e senza interesse alcuno per valorizzare il Pantano di Saline, mai si è battuto per difendere il territorio dagli abusivismi, mai ha speso una parola per contestare alcuni scempi ambientali che continuano a penalizzare il territorio, mai ha inteso presentare progetti concreti per valorizzare e tutelare l’ambiente.

            Solo la capacità di dir no al progetto della centrale, nonostante lo stesso trovi pienamente conforto nella legislazione vigente, e per il resto tante omissioni e parole prive di significato.      Verrebbe da pensare (e tante volte a pensar male ci si azzecca..) che certi soggetti operino a tutela dell’ambiente solo a convenienza.

            Poi non avendo argomenti non trovano di meglio da fare che delegittimare, legando il progetto della centrale alla criminalità organizzata.

            In tal senso, considerate le illazioni sollevate in maniera reiterata da alcune associazioni o presunte tali, appare necessario avanzare delle considerazioni, traendo poi le dovute conseguenze.

            Accadimenti recenti registrano che due comuni, Melito Porto Salvo e Montebello Ionico, sono stati  sciolti per “infiltrazioni mafiose” e proprio questi due comuni sono tra quelli che pubblicamente si sono schierati contro la costruzione della centrale.

            Addirittura, per quanto riguarda Montebello, è noto a tutti come lo stesso comune abbia presentato ricorso contro il Decreto Via.

            Ogni persona di buon senso non avrà certo difficoltà a trarre le dovute conseguenze.

Com’è possibile allora continuare a sostenere tesi che sono contrarie ai fatti?

            Come può sostenersi che la Sei ha collegamenti con la criminalità organizzata, come si può contestare un’opera di così grande rilevanza utilizzando argomenti che nulla hanno a che vedere con il progetto e  facendo passare nell’opinione pubblica aspetti che non trovano alcun fondamento?            Piuttosto che continuare nell’opera di delegittimazione, messa in piedi contro di tutto e contro, tutti bisognerebbe solo riflettere e attenersi ai fatti, alla portata del progetto, all’investimento, agli interventi  previsti a complemento del progetto, alle ricadute occupazionali.

            In questo senso, fa pensare l’appello rivolto dalle solite voci del “no” all’azionista di maggioranza Repower a non lasciare la Calabria cambiando tipo d’investimento.

            In fondo, considerando che tale richiesta arriva dalle stesse persone che poi parlano di legami della società con la ndrangheta, viene da chiedersi se il problema d’infiltrazione e legami mafiosi possa e debba considerarsi solo nel caso di una centrale a carbone…!.

            Solo pochi giorni fa il quotidiano “ La Repubblica” ha pubblicato un articolo inchiesta sui diversi interessi delle organizzazioni criminali nello sviluppo di fonti rinnovabili nel sud del Paese.           Dovremmo forse considerare  che questo rischio venga in rilievo solo per le fonti di energia alternativa? O molto più semplicemente ci sarebbe da dire che le organizzazioni criminali, come quotidianamente emerge da tante inchieste, cercano di porre i tentacoli in tutti i casi in cui ci sia un grande investimento?

            Ecco che distogliere l’attenzione dalla vera questione, delegittimando tutto e tutti, appare come un maldestro tentativo di rappresentare una realtà a piacimento, alla ricerca di facili consensi. Si può essere a favore o contro l’opera, si può discutere, con rispetto reciproco.

            Senza andar però fuori tema, avanzando illazioni generiche e accuse infondate, mascherate sempre dal nome di associazioni di cui si fa ancora fatica a capire quali siano i componenti.

            Al contrario dei Comitati a favore del Progetto, formati da gente come me che non ha nessuna remora nel presentarsi pubblicamente con il proprio nome e cognome.

Comitato “Vederechiaro” 

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Author: Cristina

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