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di Francesco Iriti
«Perché c’è tanta avversione nei confronti di un progetto industriale come quello della centrale della Sei a Saline Joniche che, se realizzato rispettando i parametri e gli standard di sicurezza, può portare solo ricadute positive di sviluppo ed occupazione?» Il Segretario Generale FILCTEM CGIL di Reggio Calabria, Giuseppe Carbone, porge la mano alla Sei «chiedendo di essere saremmo interessati ad incontrarli, possibilmente insieme ai colleghi di CISL e UIL territoriali di categoria, perché vorremmo parlare ed interloquire con questa società su un tavolo tecnico e serio per fare delle valutazioni di merito e di metodo».
Carbone specifica il suo intervento riprendendo la notizia, riportata nei giorni scorsi, dai vari media circa l’incontro tra «l’ARPA Puglia e l’UPI, Dipartimento Ambiente, che si sono incontrate per rendere conto delle analisi e degli studi a proposito di inquinamento nell’area industriale di Brindisi e Cerano».
«Altre rassicurazioni si sono avute dalla dott.ssa D’Agnano (ARPA) che, in merito alle centinaia di analisi fatte sui filtri delle centraline negano inquinamento – ha aggiunto Carbone – dell’aria dovuto alla presenza della centrale Enel Federico II di Cerano. La stessa dottoressa ha ribadito, inoltre, che identico discorso vale per i terreni circostanti, i quali sono stati scandagliati per buona parte ed allo stato il 90% dei suoli risulta essere pulito, eccezione fatta per quelli ricadenti all’interno del petrolchimico».
«Confutando tutte le teorie dei così detti “ambientalisti duri e puri”, due organi di controllo dello Stato confermano che la centrale a carbone di Brindisi non ha creato nessun inquinamento. Eppure a Brindisi, – continua Carbone – oltre a quella dell’Enel esiste un’altra centrale termoelettrica a carbone ed entrambe non hanno tecnologia costruttiva recente. Non hanno quindi, silos e nastri trasportatori in ambienti pressurizzati, il combustibile viene ancora movimentato con le ruspe ed i filtri al camino non sono quelli previsti nel progetto della società SEI per la centrale di Saline».
Lo stesso Segretario Generale FILCTEM CGIL di Reggio Calabria si rivolge «alle amministrazioni locali, alla Regione ed in particolare al governatore della Calabria per sapere se ci sono pronte delle alternative a questo progetto».
«Sui temi ambientali nei prossimi mesi chiederemo invece alla Regione una maggiore attenzione nei controlli sul ciclo integrato delle acque – aggiunge Carbone – in quanto riceviamo spesso segnalazioni di cattivi odori nei pressi del depuratore di San Gregorio di Reggio Calabria, di Motta
S. Giovanni e del depuratore di Gioia Tauro».
L’esponente della FILCTEM CGIL di Reggio Calabria conclude chiedendo «ai nostri politici, alle amministrazioni territoriali e regionali, di occuparsi di quel fenomeno inquinante e silente che viene definito “eco-mafia”, di indagare e di preoccuparsi veramente della salute dei cittadini e della salubrità del territorio, anziché pronunciarsi semplicisticamente con un si o con un no nei confronti di un progetto industriale».
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