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di Francesco Iriti (Pubblicato su Calabria Ora)
Incontro tra i sindaci dell’area interessata alla costruzione della centrale a carbone a Saline Joniche che è stato vietato alla stampa. Il mondo dell’informazione si è visto sbarrato l’accesso per partecipare a quello che, alla fine, è rimasto un “summit” a porte chiuse nonostante si discuteva un problema di vitale importanza come la costruzione della centrale a carbone a Saline Joniche.
Ieri mattina presso i locali della delegazione del comune montebellese si è tenuto un incontro per discutere delle linee da seguire dopo il via libera del Ministero, che ha espresso parere positivo al Via, al progetto della società svizzera Sei. Antonio Guarna, sindaco di Montebello Jonico, ha fatto gli onori di casa all’incontro al quale hanno presenziato anche Gesualdo Costantino, Pasquale Sapone, Agostino Zavettieri, Sandro Autelitano, Paolo Laganà, primi cittadini rispettivamente di Melito Porto Salvo, San Lorenzo, Roghudi, Palizzi e Motta San Giovanni. Il dato saliente ha riguardato la presenza della Provincia, rappresentata da Demetrio Cara, e del comune di Reggio Calabria, nella persone dell’assessore Tilde Minasi. Assenti i commissari prefettizi dei vari comuni dell’area (Condofuri, Bagaladi, Bova Marina e Roccaforte del Greco).
Durante la discussione sono state avanzate varie ipotesi sul futuro dell’area di Saline Joniche per il quale non è stato escluso a priori il diniego alla centrale a carbone. Su input di Guarna, i presenti hanno deciso di condividere un documento comune all’interno del quale sono confluiti principalmente due aspetti di vitale importanza.
Il primo punto è stato quello di aprire un tavolo di concertazione con la Regione e vedere se ci sono delle alternative fattive che devono essere portate avanti per il rilancio del territorio. E’ stata la prima strada da seguire, e dovrebbe essere l’unica qualora chi di competenza continui ad opporsi al progetto. I vari esponenti politici hanno chiarito che con la massima espressione regionale si debbano individuare nel più breve tempo possibile le eventuali pratiche sostenibili e finanziabili partendo appunto dal porto e dalle bellezze locali.
In seconda battuta, si é virato anche per l’ipotesi di aprire ad un incontro alla Sei non trovando tutti d’accordo.
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