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Riceviamo e pubblichiamo:
Caro Segretario,
siamo oramai praticamente arrivati alla vigilia della celebrazione delle primarie e la preoccupazione per lo stato di confusione che purtroppo continua ad albergare nel nostro partito in Calabria mi spinge a rivolgermi direttamente a te, sottoponendoti alcune riflessioni che credo essere estremamente importanti in questa delicatissima fase politica.
Abbiamo registrato il grande sforzo prodotto dall’Assemblea Nazionale della settimana scorsa, e non abbiamo potuto non notare la grande prova di sè che hanno dato i gruppi dirigenti di questo Partito, riuscendo, con senso di responsabilità e grande consapevolezza del ruolo rivestito anche rispetto al nostro Paese, a ricondurre il dibattito all’unità e a riportare il sereno sulla vicenda delle primarie, con cui ci giochiamo gran parte della nostra credibilità di fronte agli elettori ed all’Italia.
Purtroppo la stessa credibilità, lo stesso senso di responsabilità, la stessa capacità di ricondurre a sintesi le visioni spesso configgenti, la stessa autorevolezza nel dipanare la matassa di un malessere tutto calabrese, che viene da lontano, non si riesce ancora a registrare in questo nostro territorio, dove regna ancora la confusione, dove sovente la discussione degenera in rissa, dove la burocrazia di partito continua a prevalere sul buon senso e sulla capacità di dirigere i processi politici, lavorando ad una discussione sulle cause dei malesseri anziché sugli effetti dei medesimi, trattati peraltro con massicce dosi di dispotismi inutili ed inefficaci.
Il quadro che Ti descrivo è ancor più grave, e le responsabilità dei gruppi dirigenti ancor più evidenti, nella misura in cui si rileva la totale assenza di un Partito Calabrese distratto dai veri temi ed obiettivi, facilmente offerti da una destra in fase di declino ed implosione, da rapporti fra mafia e politica sempre più clamorosi, come si evince dalle recenti cronache sulla vicenda di Reggio Calabria, e stranamente concentrato su beghe incomprensibili, su dispute inaccettabili, su facili divisioni su cose che la gente comune spesso non capisce.
C’è una Calabria che soffre, una Calabria offuscata dalla cappa oscura del malaffare, una Calabria che necessita di risposte, di proposte, di una visione di governo, una Calabria che scende in piazza sabato prossimo con i Sindacati nella manifestazione Nazionale di CGIL CISL e UIL, una Calabria di giovani che vanno via, di disoccupati, di larghe fasce di emarginazione, una Calabria, in sintesi, a cui il Partito Democratico Calabrese non parla più, perché troppo impegnato a guardarsi la punta delle scarpe e parlarsi addosso.
Credo che il Partito Democratico Calabrese, per ripartire veramente dal Sud come tu affermi, debba fare chiarezza al più presto, lasciando da parte le polemiche interne, riprendendo a parlare alla società calabrese e ripartendo da quella organizzazione dei territori che fino ad oggi, e si fa grande fatica a comprenderlo, in questa smodata ricerca di incomprensibili alchimie, è stata una vera e propria missione impossibile.
Affido a te queste mie considerazioni nella speranza che si riesca al più presto, con la determinazione e l’autorevolezza fino ad oggi mancate, a far uscire tutti insieme la Calabria da questa anomalia e dalla sua eterna emergenza democratica.
Bruno Censore
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egr. Antonello
non si va a piangere in casa pd,solo perchè non si vogliono riconoscere gli errori fatti in casa.
Ognuno deve fare la sua parte e non quella di tutti e con tutti.
E’ come avere la moglie ubriaca e la botte piena.
Cominciate a lavorare seriamente , facendo lavorare gli altri;non abbiate timore che dopo non vi votano;la gente ormai capisce tutto questo;ci avete sempre tenuto in uno stato da terzo mondo,assoggettati al potere,solo raccomandati , figli di mafiosi,stupidi,che non sanno nemmeno parlare l’italiano.
Poi escono dalla calabria e fanno una figura di merda.Qui invece le nostre strade,i nostri porti,le nostre scuole,muoiono ogni giorno di più nella normalità e nel silenzio più assordante.
Antonello,comincia ad essere più credibile cominciando a dare il tuo buon esempio e non solo parole;solo così il buon bersani,che non certo se la passa meglio di te, forse , riuscirà a sentirti.
un saluto.