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“Becera ipocrisia infantile quella utilizzata da certa frangia minimale del centro-destra calabrese che oggi tira fuori la testa da sotto la sabbia per affermare che sulla costruzione dei nuovi ospedali i ritardi sono tutti da addebitare alla negligenza del governo centrale che poca attenzione riserverebbe alla Calabria e che non ha prorogato a Scopelliti i poteri di protezione civile.
Troppo infantile mascherarsi fuori tempo da paladini dell’equità sociale per sostenere, con anni di ritardo, la difesa del diritto alla salute che il centro destra di questa regione ha letteralmente calpestato e che ora viene sfoderato come tema strumentale per scrollarsi le responsabilità che sono solamente di chi ha avuto nelle mani la gestione commissariale della sanità di questa regione. Troppo tardi.
Anche perché Scopelliti deve ancora spiegare ai calabresi il motivo di alcune folli scelte che sono state la vera causa dei ritardi in ordine alle procedure della costruzione dei quattro ospedali calabresi e della mancata implementazione strumentale degli ospedali di Cosenza, Catanzaro e Reggio. Sono tante le cose di cui Scopelliti ancora non parla mentre invoca la difesa d’ufficio di qualche suo fedele luogotenente che in modo confuso e strumentale farfuglia congetture che hanno ben poco di fondato”.
Non si fa attendere, dunque, la risposta del consigliere regionale del Partito democratico Bruno Censore a chi in queste ore cerca con ogni mezzo di addossare la responsabilità al Governo in relazione ai ritardi delle procedure che avrebbero dovuto portare alla costruzione dei nuovi ospedali calabresi.
“Non c’è alcun dubbio che la responsabilità di tali ritardi è da attribuire unicamente a Scopelliti che fino allo scorso 31 dicembre ricopriva l’incarico di commissario di protezione civile – ha affermato Censore. Il mancato rinnovo del suo incarico ha indubbiamente scompaginato i piani del Presidente che in maniera assai discutibile aveva messo nelle mani di Formigoni, scegliendo la società Infrastrutture lombarde SpA, l’esecuzione delle quattro strutture sanitarie. Insomma, tra le resistenze del Tavolo Massicci, che non ha mai nascosto di giudicare insostenibile il modello sanitario messo in piedi da Scopelliti, e le incapacità decisionali del presidente di procedere in maniera celere e lineare verso la rivoluzione sanitaria che era stata promessa ai calabresi sono trascorsi invano quasi tre anni nel corso dei quali non si contano gli annunci e le conferenze stampa che davano per imminente l’inizio dei lavori degli ospedali che i calabresi attendevano per lasciarsi alle spalle una sanità costosa e non in linea con le esigenze di una popolazione costretta all’emigrazione sanitaria.
Di fronte a questo stato di cose il governo nazionale ha chiesto chiarimenti, così come vuole vederci chiaro il Partito democratico che nell’apposita Commissione regionale chiederà di verificare quale sia la natura dei motivi che rallentano il percorso dal passaggio commissariale a quello ordinario”.
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