Questo post é stato letto 44580 volte!
REGGIO CALABRIA – L’Italia in stallo, la crisi economica globale, l’impegno dei cattolici in politica: questi i tre grandi temi trattati dai relatori durante la seconda sessione dell’Assemblea Plenaria della 46a settimana sociale a Reggio Calabria. Grandi aree d’interesse nazionale, sviscerati dai relatori della giornata e declinati secondo le coniugazioi che la Speranza impone nell’Agenda per il Bene Comune.
All’incontro con la stampa tenutosi presso la Sala Conferenze del Palazzo della Provincia Lorenzo Ornaghi, Vittorio Emanuele Parsi e Ettore Gotti Tedeschi hanno approfondito coi media i loro interventi. Interessanti alcune osservazioni, meno ingessate rispetto ai formalismi del palco del “Francesco Cilea”.
« In Italia – taglia corto Ornaghi – vi è una cattiva rappresentazione della politica da parte della stampa e questo acuisce il disinteresse della popolazione », un’osservazione che potrà apparire banale, ma che non lo è: nei giorni in cui il mondo cattolico formalizza il suo j’accuse alla classe dirigente attuale, basti pensare a tal proposito le stoccate di Luca Diotallevi (vice presidente del comitato scientifico e organizzatore delle settimane sociali) alla politica economica del governo Berlusconi, e nella fattispecie, dell’operato del ministro Giulio Tremonti; la precisazione è stato un buon lancio per le ulteriori riflessioni dello stesso Ornaghi. Questi, infatti, interpellato a proposito della Legge Elettorale, tanto vituperata e definita “porcata”, ha stigmatizzato asserendo che « anche “la più perfetta” dev’essere fatta intesa come rappresentativa », concretizzando il problema più nella reale difficoltà per i cattolici di raccordare il dato sociale col dato politico, senza nostalgia dei tempi passati del connubio “reale” tra Azione Cattolica (il sociale) e la Democrazia Cristiana (la politica). A questo punto Ornaghi è stato provocato sulla reale possibilità della nascita di un nuovo partito di cattolici in Italia, ma pur sottolineando i grandi successi che un « certo ceto politico cattolico, soprattutto giovane » sta riscuotendo lungo tutto lo Stivale, è preminente per tutti i cattolici « contare e non essere “contati” ».
Di tono opposto l’analisi dell’economista Ettore Gotti Tedeschi il quale non ha avuto dubbi nel condannare il sistema imprenditoriale “all’italiana” e nell’indicare l’enciclica del Santo Padre Benedetto XVI “Caritas in Veritate” come il vedemecum per il rilancio dell’economia italiana e mondiale: il fallimento degli investimenti omessi verso l’implementazione della tecnologia nel Paese e le rovinose strategie del low cost made in Italy affondano le radici in un nichilismo sociale diffuso, « pur di entrare nell’euro abbiamo tagliato alcune “risorse fondamentali”, quali i titoli di stato (su cui ben l’85% della popolazione investiva i propri risparmi) e le spese per la ricerca e l’università », e in uno statalismo protezionista dei poteri forti, di cui la FIAT ne è la massima espressione, « la Fiat è sempre stata privata nell’accumulare guadagni e pubblica nel rimpinguire le perdite ».
Più possibilista Vittorio Emanuele Parsi a proposito delle grandi eccellenze italiane: « la nostra economia non va in crisi nella distribuzione di nicchia, ma nel mass market »; lapidario il suo commento che rincara la dose a proposito della « delocalizzazione delle imprese – il cui stile – Marchionne è stato aspramente criticato – che incrementa la qualità della vita, ma minaccia i diritti dei lavoratori nelle grandi aree urbane ».
Centro Sportivo Italiano
– Ufficio Stampa Comitato prov. RC –
Questo post é stato letto 44580 volte!