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Finanziamenti straordinari per 450 milioni per Reggio Calabria questo è il “Modello Scopelliti”. Così recitava qualche tempo fa un manifesto affisso a Reggio. E allora? Evidentemente, problemi non ce ne sono, va tutto bene!
Interriamo la stazione centrale, sconquassiamo la città (le piazze più importanti tutte stravolte) distruggiamo il corso Garibaldi, et voila: una nuova città è nata!
Ma l’Irpef dei dipendenti comunali, gli stipendi al personale delle partecipate, i conti in rosso per almeno 200 milioni di euro, e così via cosa rappresentano? Abbiamo un piano dei trasporti fallimentare, servizi allo sfascio, un generale scollamento dei cittadini da chi li governa.
Forse il Sindaco, che farebbe bene a convincersi che ci sono persone che veramente vogliono bene alla città, si capaciterà del fatto che, andando avanti di questo passo, si arriverà al collasso.
C’è una mancanza di progettualità (qual è l’idea che si ha per Reggio?). Attendiamo ancora di sapere quale sarà la collaborazione sinergica dell’Università con il Comune. A tutt’oggi, fatto gravissimo, il Piano Strutturale Urbano, pagato profumatamente a fior di professori universitari, non è stato approvato, e si capisce perché: l’approvazione del piano determina regole e vincoli che non possono piacere a chi realizza la città con brutture quotidiane e diffuse, senza controllo, nella più totale anarchia progettuale, come recita il manifesto del Presidente Scopelliti.
Abbiamo avanzato proposte in campagna elettorale, inascoltati e “boicottati” persino dal Palazzo di Giustizia. Bisogna rilanciare l’idea di una città integrata tra mare e montagna, è necessario il recupero complessivo delle zone costiere con un sistema dei trasporti nuovo che unisca il centro alla periferia, anziché spendere decine di milioni per “giostre”, per sventrare piazze.
Non abbiamo più notizie del “grandioso” progetto del “Waterfront” (che doveva riqualificare il fronte sul mare della zona sud della città).
Questa città non ha bisogno di parcheggi in cemento armato a tre piani e di “rapaci” strisce blu ad oltranza: questa città ha bisogno, una volta per tutte, di privilegiare il trasporto collettivo su rotaia e su gomma contro il trasporto individuale su gomma.
Altro che interramenti della stazione centrale: si può rilanciare Piazza Garibaldi salvaguardando ed ampliando il verde pubblico. Si può e si deve recuperare il manto stradale originario del Corso Garibaldi mantenendo la preziosissima pavimentazione in pietra di Lazzaro unica al mondo, memoria storica della città e dei fatti del 1970. Dove sono i paludati professori universitari di Architettura e Urbanistica, dov’è il diritto-dovere di controllo della Sovrintendenza ai Beni Culturali e Paesaggistici?
Io ritengo che una corretta idea di città deve essere fondata sul recupero della memoria storica, non sulla sua distruzione. In altre realtà le piazze sono il luogo dei ricordi, delle culture, si fa a gare per rilanciarle, altro che costruire parcheggi.
La mia proposta in campagna elettorale di fondare il futuro della città su: Lavoro, Ambiente e Turismo non è compatibile con l’ipotesi di trasformare Reggio in un cantiere permanente per i prossimi 30 anni, devastando risorse che, in tempo di crisi, devono essere impiegate con intelligenza.
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