Cardiochirurgia a Reggio Calabria, troppi centri nati senza programmazione

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Riceviamo e pubblichiamo:

Troppi centri nati senza programmazione, e’ quanto denuncia la Società italiana di chirurgia cardiaca (Sicch)

Le strutture dedicate alla cardiochirurgia in Italia sono 107, un numero troppo elevato rispetto al fabbisogno reale della popolazione.

In Germania, sono appena 80 con una popolazione molto più ampia della nostra.

Bisognerebbe quindi operare una ri-programmazione a livello territoriale, con un numero di centri commisurato alla popolazione a rischio. Un vantaggio non solo per la sicurezza dei pazienti, dove per essere efficiente una cardiochirurgia dovrebbe espletare almeno 600 interventi l’anno, ma anche per le casse dello Stato. È quanto denunciano i cardiochirurghi della Società italiana di chirurgia cardiaca (Sicch)

In particolare per quanto riguarda la programmazione., “Il fabbisogno di cardiochirurgia nel nostro Paese è di un intervento ogni 1.000 abitanti, quindi il numero ideale di centri dovrebbe aggirarsi intorno ai sessanta”. Mantenendo sul territorio quelli che realizzano sopra i 600 interventi l’anno.

In Calabria con una popolazione di 2 milioni di abitanti, sono presenti 2 Cardio- Chirurgie, ( tutte due collocate a Catanzaro), ed una terza la si vuole attivare a Reggo.

Facendo due calcoli si evince che di Cardio-Chirurgie in Calabria ne servirebbero due, secondo gli standard della Società italiana di Cardiochirurgia.

Quindi non chiudendone una a Catanzaro ed attivandone ancora un’altra a Reggio si determinerebbe che gli standard di sicurezza per la cardiochirurgia di Reggio non potranno essere mantenuti e si verificherebbe un danno sia ai pazienti, in quanto il numero di interventi chirurgici da effettuare l’anno non potrà essere raggiunto, sia all’Azienda Ospedaliera Reggina che non vedendo gli obbiettivi raggiunti a fronte del versamento di 10 milioni di euro annui ad una ditta privata (ditta che si occuperà di portare il personale medico infermieristico e tecnico), avrà ulteriori difficoltà economiche che andranno a pesare su un bilancio che e’ sotto di 450 mila euro, e con una situazione di risorse umane drammatica , infatti il turnover del personale e’ bloccato ed in forte carenza, il tutto favorendo ancor di più la carenza assistenziale che si evince ormai negli ultimi periodi. (si veda vicenda estiva pronto soccorso e liste d’attesa per esami radiologici ed interventi chirurgici).

Anche la nostra deputata Federica Dieni si batte con noi del territorio per avere una sanita’ piu efficiente, infatti, con l’interrogazione parlamentare , al Ministro della salute Lorenzin chiede quali iniziative di competenza il Governo intenda assumere per arginare l’emergenza sanità in Calabria e se il Governo intenda promuovere, sostenere e incentivare, in concorso con la regione Calabria e con gli enti locali competenti, un percorso contestuale di risoluzione dell’emergenza e di programmazione, progettazione e realizzazione di un sistema sanitario efficace ed efficiente in modo tale da consentire ai cittadini calabresi di godere di un diritto fondamentale affermato dalla Costituzione ovvero il diritto alla salute.

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Author: Maria Cristina Condello

Maria Cristina Condello ha conseguito la laurea Magistrale in "Informazione, Editoria e Giornalismo" presso L'Università degli Studi Roma Tre. Nel 2015 ha conseguito il Master di Secondo Livello in "Sviluppo Applicazioni Web, Mobile e Social Media". Dal 2016 è Direttore Responsabile della testata giornalistica ntacalabria.it

0 thoughts on “Cardiochirurgia a Reggio Calabria, troppi centri nati senza programmazione

  1. “1 Cardiochirurgia ogni 2 milioni di abitanti ” si sosteneva.
    La Lombardia si è fatta 25 cardiochirurgie e non ha 50 milioni di abitanti !!!
    Adesso lo scandalo è che la Calabria vuole limitare l’emigrazione dei malati, i “viaggi della speranza”

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