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di Elisa Barresi
Commissione d’accesso per il comune di Campo Calabro che, come si legge nel decreto, è stato sottoposto ad accertamenti di polizia dai quali sono emersi segnali indicativi della possibile sussistenza di collegamenti con la criminalità organizzata.
È arrivata ieri, totalmente inaspettata, la notifica che ha colto gli amministratori di sorpresa. Nell’espletamento dell’incarico da portare a termine entro tre mesi dalla notifica del decreto, rinnovabile una sola volta per un periodo massimo di tre mesi, la commissione d’indagine potrà avvalersi a richiesta del personale amministrativo messo a disposizione dagli uffici pubblici operanti in provincia di Reggio Calabria, ovvero di altro personale designato dai comandi delle forze di polizia.
Nessuno aveva il sentore di quanto stesse accadendo, eppure, come concordemente ritenuto nella riunione di coordinamento delle forze di polizia del 25 settembre 2013, è scaturita la necessità di effettuare, mirati approfondimenti tesi a verificare se sussistono effettivamente forze di condizionamento degli amministratori, ovvero, siano compromessi il buon andamento dell’attività amministrativa dell’ente e il regolare funzionamento dei servizi. Saranno valutate tutte le attività svolte nell’arco del 2012, anno in cui si è insediata l’attuale amministrazione per la seconda volta consecutiva.
Un fatto che preoccupa e allarma i cittadini ma soprattutto la classe politica che ora attende i risultati degli accertamenti specificati nel decreto con il quale il ministro dell’interno ha delegato il prefetto della provincia di Reggio Calabria Vittorio Piscitelli ad esercitare i poteri d’accesso e di accertamento nei confronti dell’amministrazione comunale di Campo Calabro.
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