Cai Reggio, gli appuntamenti di Novembre

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Assemblea dei Sociper rinnovo cariche del C.D. Sezione Aspromonte

Si ricorda ai soci che è indetta l’Assemblea dei Soci per venerdì 12 novembre alle ore 13 in prima convocazione e per SABATO 13 NOVEMBRE alle ore 17:00 in seconda convocazione; si voterà per il rinnovo del Consiglio Direttivo (1 Presidente ed 8 Consiglieri) e del Collegio dei Revisori dei Conti (3 membri) della Sezione.
Invitiamo tutti i soci che ne hanno diritto a partecipare attivamente all’Assemblea ed esprimere liberamente il proprio voto; più soci prenderanno parte alle votazioni più l’esito finale delle stesse rispecchierà la volontà della maggioranza della totalità dei soci della sezione.

Conferenza ‘Dissesto idrogeologico in Aspromonte’ – giovedì 11 novembre 2010

Giovedì 11 novembre 2010 alle ore 21.00 in sede A. Serena Palermiti, geologa e interprete ambientale, ci parlerà di un argomento estremamente attuale, anche in relazione agli eventi calamitosi degli ultimi giorni: Il dissesto idrogeologico. Avremo modo di conoscere le cause, i fattori di innesco, le modalità, gli effetti di quella che è stata anche definita “malattia della civilizzazione” e ci confronteremo sul concetto di governo del territorio e sugli interventi a difesa del suolo.

Le Scienze (edizione italiana di Scientific American)

E’ in edicola il num. 507 di novembre 2010 della rivista scientifica Le Scienze (edizione italiana di Scientific American).
Chi scrive, Peppe Romeo socio della ns. Sezione e fedele lettore della rivista sin dal 1980, consiglia la lettura ai soci ritenendo che in questo numero vi siano molti ‘spunti’ per impegnare un pò di tempo a ‘riflettere’.
Di seguito riportiamo l’editoriale ‘Ogni fine è un inizio’ di Marco Cattaneo in apertura sulla rivista: ”La scienza – scrive Chris Impey nella prefazione del libro ‘La fine di tutto’, in edicola con questo numero di «Le Scienze» – risponde soprattutto alle domande che riguardano il modo in cui le cose sono diventate ciò che sono. Eppure, se ci fermiamo al presente, il lavoro è compiuto solo a metà, e ogni buona storia ha bisogno di un finale. Anche per questo, seguendo il «copione» del numero monografico dell’anno scorso, dedicato alle origini, abbiamo scelto di dedicare la rivista che sfogliate al tema della fine. Dalla fine di ogni singolo individuo alla fine del cosmo, passando per il divenire di tutte le cose.
Certo, su qualche argomento – come la futura evoluzione del nostro pianeta o dell’intero universo, ma anche sull’esaurimento delle risorse – la scienza non può che offrire speculazioni, in base a quanto sappiamo del passato e in base alle teorie che abbiamo saputo elaborare sul mondo che ci circonda. Ma in fondo è anche o soprattutto questa la missione dell’impresa scientifica: estrapolare dai fenomeni e prevedere gli eventi futuri.
Così in questo numero affrontiamo questioni eterogenee, accomunate solo dall’osservazione che ogni «oggetto» di cui parliamo avrà, o potrebbe avere, una fine. Si parte dalla fine individuale di ciascuno di noi, dai perché della mortalità a una profonda riflessione etica sull’istante esatto in cui ha termine una singola vita, un argomento che ha risvolti delicatissimi nella scelta di quando espiantare gli organi per un trapianto. Perché la fine di una vita può essere il nuovo inizio di un’altra.
Di qui, ci spostiamo a visitare via via il mondo a una scala sempre più ampia, incontrando la fine delle ultime civiltà indigene di questa Terra, con la cui scomparsa muoiono intere culture che difficilmente lasceranno traccia di sé. Per poi inoltrarci nella fine delle specie, dalla singola alle grandi estinzioni di massa, compresa quella in atto oggi. E scoprire che la vita ha sempre saputo rinascere dalle proprie ceneri, per presentarsi in altre «infinite forme bellissime», come diceva Charles Darwin.
Guarderemo anche alla fine delle risorse, che in molti casi la civiltà moderna sta sfruttando oltre il limite della sostenibilità, prima di passare all’ultimo, grande capitolo, che abbraccia la fine della Terra (senza prestare orecchio alle infinite paure millenaristiche che ci sentiamo snocciolare come una litania da sedicenti futurologi), del sistema solare, dell’universo e, forse, anche del tempo. E anche qui, in ogni singolo caso, ogni fine sarà l’indispensabile premessa di un nuovo inizio. … … …” (27 ottobre 2010)
http://lescienze.espresso.repubblica.it/edicola_mese/Le_Scienze/1345337

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Author: Consuelo

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