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Ieri mattina un ingente spiegamento di forza dell’ordine ha sgomberato un edificio sul centralissimo Corso Mazzini di Cosenza, da qualche tempo occupato da una trentina di famiglie e dal Collettivo “PrendoCasa”. Lo stabile, di proprietà della congregazione del Sacro Cuore del Verbo incarnato, versava da alcuni anni in stato di abbandono. Così mentre i vertici della Chiesa, attraverso il volto pulito di Papa Francesco, propagandano la concessione delle strutture abbandonate ai rifugiati, perché «i conventi vuoti non servono alla Chiesa per trasformarli in alberghi e guadagnare i soldi», questo ordine religioso fa sgomberare Senza Cuore delle famiglie di senzatetto, compresi bambini e donne in gravidanza.
Assistiamo, purtroppo sempre più frequentemente, a tentativi di arrestare il processo di riappropriazione del diritto all’abitare, che si preferisce tenere sotto il giogo di quel ricatto che va sotto il nome di assegnazione, o più semplicemente si preferisce favorire la proliferazione degli affitti.
Quando si cerca di contrastare queste logiche, occupando spazi abbandonati e inutilizzati, stranamente nel giro di pochissimo tempo per queste strutture spuntano progetti ed esigenze, che prima dell’occupazione latitavano e che servono solo a giustificare l’uso di quella forza che lo Stato mette sempre in campo quando c’è da salvaguardare l’interesse privato a discapito di quello collettivo.
É in queste dinamiche che va inserito lo sgombero dell’occupazione avvenuto ieri mattina dove, grazie all’uso smodato di uomini e mezzi, è stata riconsegnata una struttura al suo legittimo inutilizzo, perché è chiaro che si preferisce che gli edifici vadano in malora piuttosto che farne un’esperienza di mutuo soccorso sociale.
Alle compagne e ai compagni del Collettivo PrendoCasa, sei dei quali sono stati denunciati proprio per l’occupazione, e alle famiglie sgomberate tutta la nostra solidarietà e vicinanza.
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