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«La stretta creditizia attuata dal sistema bancario nei confronti delle imprese ha raggiunto livelli inaccettabili e non più sopportabili per una classe imprenditoriale che, particolarmente in Calabria, è costretta a far fronte a tassi iniqui che frenano lo sviluppo, bloccano l’innalzamento dei livelli di competitività, asfissiano la produttività e, in alcuni casi, incentivano quel fenomeno aberrante e disdicevole che basa la sua essenza su un abietto principio di sopraffazione e prevaricazione nei confronti di soggetti che si trovano in difficoltà: l’usura».
E’ quanto afferma il Deputato del PD Bruno Censore, commentando l’odissea di Francesco Campisano, piccolo imprenditore di Filadelfia, in provincia di Vibo Valentia, protagonista di un vero e proprio braccio di ferro con un istituto di credito, per una vicenda che è finita al Tribunale di Lamezia Terme dove nella giornata di domani dovrebbe tenersi l’ultima udienza.
«Al di là del caso specifico, la vicenda speculare a quella di tanti altri piccoli imprenditori e che vede protagonista Campisano, cui va tutta la mia vicinanza personale e politica, conferma che la competitività, la produttività e lo sviluppo non possono prescindere dall’annientamento di una causa ostativa che rende difficile ogni tentativo di crescita economica e sociale: le difficoltà legate all’accesso al credito. Si pensi – prosegue il parlamentare del Partito Democratico – che i finanziamenti bancari in Calabria hanno registrato un andamento negativo superiore al dato nazionale e del Mezzogiorno, come peraltro emerso nel corso di un interessante convegno, dall’emblematico titolo “Rapporto Banca-Impresa, le difficoltà di accesso al credito”, organizzato nelle scorse settimane a Vibo Valentia dall’Associazione Sos Impresa, in collaborazione con Camera di Commercio, Confesercenti e Rete per la Legalità. Il gap sempre più significativo che esiste tra le province del Sud e quelle del Nord è emerso peraltro da uno studio condotto da Unioncamere, che ha costruito la mappa dell’accesso al credito in Italia. E il divario è notevole e inammissibile, se è vero come è vero che al Centro-Nord si può beneficiare di tassi medi intorno al 5%, mentre al Sud e in particolare in Calabria, al solito maglia nera, si arriva a pagare tassi superiori al 9%, quasi 4 punti in più. Ciò è intollerabile. L’accesso facilitato al credito rappresenta, per l’imprenditoria piccola e media, una insostituibile leva per promuovere lo sviluppo: per questa ragione servono misure capaci di favorire e promuovere un equo accesso al credito, evitando che al Sud e in Calabria gli istituti di credito pratichino tassi di interesse superiori a quelli considerati usurai. Quindi – conclude Censore – tornando al caso specifico e che vede protagonista l’imprenditore Campisano, mi riservo di esaminare dettagliatamente la vicenda e qualora vi siano i presupposti investirò della questione il Governo e le autorità di vigilanza affinché mettano in campo tutte le iniziative possibili per evitare che l’istituto di credito in questione perpetui una autentica iniquità e vessazione ai danni dell’uomo e del sistema produttivo locale».
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