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Egregio Gian Antonio Stella,
come diceva Totò “Francamente, mi faccia il piacere!”
Definire i Bronzi di Riace bulli in quanto nudi corrisponde, a mio avviso, a definire volgare il David di Michelangelo.
Io non so in che versione lei e gli altri signori menzionati nel suo articolo siate abituati a vedere i Bronzi, ma io, fin da bambino, li ho sempre visti nudi.
Poi mi spieghi una cosa, come mai attacca questo spot e non quello in cui ci definirono terroni, mafiosi e ultimi della classe, fatto da Toscani con dei ragazzi in un posto indefinito (che potrebbe essere ovunque), dove parlavano della Calabria come terra di ndrangheta? Sa che quello spot è costato molto di più?
Invece di titolare “2,5 milioni di Euro” dovrebbe titolare “Quello costato meno negli ultimi 10 anni”, se è andato ad informarsi.
Tutti i musei del mondo vorrebbero esporre i Bronzi e io mi chiedo se li terrebbero “bulli e nudi” o secondo i suoi illustri interlocutori verrebbero vestiti?
La Calabria comincia finalmente a valorizzare i SUOI beni e il suo territorio e di tutto in questa terra abbiamo bisogno tranne che di patetico bigottismo Radical chic.
Se Vuole qualcosa di cui indignarsi si indigni per tutti i casi di malasanità che abbiamo avuto in Calabria, del buco sempre alla sanità di 1,8 miliardi di euro che il Sig. Loiero ha lasciato in eredità, si indigni per una Salerno-Reggio Calabria i cui lavori continuano da quando sono nato, si indigni, se proprio deve, per tutti i soldi restituiti all’Unione Europea, come se potessimo permettercelo, ma non su una pubblicità.
Io ho deciso di scriverle queste quattro righe sotto forma di lettera aperta, non in veste di incarichi che ricopro, ma da un semplice cittadino che di vedere sempre denigrata la sua terra proprio non c’è la fa più. Le uniche cose che qui vogliamo si chiamano CAMBIAMENTO e SVILUPPO di tutto il resto, comprese le retoriche e le sterili polemiche di parte, ne facciamo volentieri a meno.
Salvatore Palermo
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