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La ‘Ndrangheta nella sua evoluzione, le forme di contrasto e lo stato attuale della società calabrese vista dalla prospettiva di chi, il fenomeno lo combatte da circa un trentennio in prima linea. Di questo si è parlato ieri sera a Brancaleone nel corso dell’ennesima iniziativa organizzata dalla locale Pro Loco. Occasione di dibattito e confronto è stata offerta dalla presentazione del volume di Cosimo Sframeli e Francesca Parisi “A ‘Ndrangheta”.
Presenti all’incontro, moderato dal giornalista Gianfranco Marino, oltre a Cosimo Sframeli anche il primo cittadino di Brancaleone Francesco Moio, lo scrittore Vincenzo De Angelis, l’editore Paolo Falzea e Alessandro Manganaro del Comitato Regionale per la comunicazione. Gli interventi, oltre a regalare un excursus di storia criminale degli ultimi quarant’anni, hanno consentito di esaminare quelli che sono stati nei decenni passati i mezzi di contrasto, i risultati prodotti e soprattutto le dinamiche odierne, rispetto ad una società civile e ad una cosiddetta “Onorata Società” che oggi ha mutato profondamente pelle adeguandosi ai cambiamenti del nuovo millennio.
Dal summit di Montalto del 1969 al business della droga, dalla fiorente industria dei sequestri di persona alle faide che hanno insanguinato Reggio e provincia a cavallo tra il decennio 80/90. Il lavoro di Sframeli non è una semplice raccolta di sentenze o atti giudiziari, è molto di più, è un autorevole e puntuale punto di vista dalla prospettiva di chi, membro delle Forze dell’Ordine, il fenomeno lo ha combattuto dal di dentro, sperimentandone la pervicacia, il radicamento sul territorio e le varie sfumature che regalano un quadro di insieme del territorio.
La cultura come strumento di redenzione, di comprensione del fenomeno e di contrasto allo stesso, il senso di appartenenza allo Stato, la percezione della giustizia sociale, e poi ancora i parallelismi con i messaggi subliminali lanciati dall’ultimo e ormai già famoso lavoro di Francesco Munzi, Anime Nere, tratto dall’omonimo lavoro letterario di Gioacchino Criaco. “Al pari di Anime Nere – spiega proprio Sframeli – A ‘Ndrangheta è un prezioso strumento di conoscenza del fenomeno e dei territorio interessati dallo stesso.
È un modo per capire, analizzare ed esorcizzare il fenomeno ‘Ndrangheta, ed anche i profondi mutamenti dell’ultimo quarantennio, ci testimoniano che di quella settecentesca onorata società o di quella famiglia Montalbano ricordata da Saverio Montalto è rimasto ben poco, se non quei rituali la cui maniacale osservanza oggi non è più tanto maniacale, e viene usata solo in casi di stretta necessità, facendola spesso abdicare di fronte agli ingenti interessi economici”. “l’incontro di stasera – dice poi Carmine Verduci, presidente della locale Pro Loco – rappresenta un altro importante passaggio rispetto a quella che è la nostra programmazione culturale. Parlare di certi argomenti, farlo analizzandoli da una diversa prospettiva, significa accendere i riflettori su problematiche quanto mai attuali che servono a sensibilizzare le coscienze. Rispetto a questo – conclude Verduci – il mio ringraziamento va a Cosimo Sframeli e Francesca Parisi per averci regalato un’altra occasione di cerscita culturale e confronto e al sindaco Moio, che ospitandoci nei locali della biblioteca comunale, testimonia la vicinanza dell’amministrazione alle nostre iniziative”.
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