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Giovedì 2 dicembre 2010: mentre il calendario sembra indicare inesorabilmente la via verso l’inverno, questa splendida giornata di sole sembra indicarci la strada opposta. Un gruppo di 20 ragazzi della scuola secondaria di I grado “Don Bosco” di Pellaro parte con un pulmino in direzione della stazione ferroviaria di Brancaleone. Sono gli alunni che hanno scelto di partecipare al progetto PON “Conoscere e Sperimentare le Scienze”. Si è trattato di un progetto molto articolato, un percorso che si è svolto tra aule scolastiche, laboratorio scientifico e uscite didattiche sul territorio.
L’ultima di queste è stata appunto l’uscita a Brancaleone per visitare il Centro Recupero Tartarughe “TARTANET” del CTS (Centro Turistico Studentesco). La visita è stata resa possibile grazie alla determinazione del prof. Giovanni Marcianò, dirigente scolastico della “Don Bosco”, e alla programmazione realizzata dalla tutor del progetto, la prof.ssa Giovanna Martorano, e dall’esperto esterno, il biologo Prof. Carmelo Maria Musarella.
In realtà, dietro questo progetto PON, c’è anche il lavoro di un vero proprio “team” di docenti e personale tecnico-amministrativo della scuola che lavora continuamente dietro le quinte e rende possibile la realizzazione di tutte le attività previste.
In particolare il Sig. Giovanni Quattrone, il collaboratore scolastico che ha supportato i docenti del progetto nelle tre uscite sul territorio.
Arrivati nella piccola piazza della stazione di Brancaleone il gruppo è stato accolto da Filippo Benavoli e Filippo Armonio, presidente e vice-presidente dell’associazione “Naturalmente Brancaleone”, associazione ambientale no profit che collabora con il CTS al progetto TARTANET.
Il presidente Benavoli, come fa con tutti i visitatori del centro, illustra agli alunni della “Don Bosco” le attività del centro di recupero delle tartarughe marine Caretta caretta, abituali frequentatrici dei nostri mari e delle nostre spiagge, le loro caratteristiche e i problemi in cui si imbattono che causano il loro ricovero al centro TARTANET. Si tratta di un vero e proprio ospedale per questi rettili marini, attrezzato con una sala per le radiografie e una sala di degenza post-operatoria, dove gli animali trovano le giuste condizioni per potersi ristabilire prima di essere liberate in mare.
A Brancaleone vengono portate spesso tartarughe che hanno ingerito ami da pesca a volte molto grossi e che restano impigliati nella loro gola oppure animali rimasti intrappolati nelle reti di qualche pescatore. Questa è proprio la storia di Zara, un tartaruga di 12 anni circa, coetanea di alcuni ragazzi in visita, alla quale è stata dovuta amputare la zampa anteriore destra.
I dirigenti dell’associazione ambientale annunciano ai ragazzi che sarà possibile rimettere in libertà Zara quello stesso pomeriggio, grazie alle buone condizioni del mare ed è opportuno farlo per evitare che le acque del mar Ionio diventino troppo fredde per poter consentire alla malcapitata tartaruga di riprendere il largo. Ecco allora che vengono coinvolti tre “forzuti” ragazzi per trasferire la Caretta caretta dentro il furgoncino dell’associazione: destinazione “Spiaggia di Brancaleone”. Tutti i presenti sono emozionati: un’altra “amica” ce l’ha fatta a riprendersi dai danni che aveva subito ed è pronta ad affrontare di nuovo il mare aperto. Non c’è da perdere altro tempo, sta per scendere la sera. Vengono scelti a caso due volontari tra i ragazzi presenti (non è stato difficile trovarne…); un ragazzo e una ragazza, molto tesi per la responsabilità di cui sono stati investiti a nome di tutti gli altri, afferrano la tartaruga alle due estremità e la accompagnano sul bagnasciuga. La appoggiano sulla sabbia e si allontanano, aspettando con gli altri cosa accadrà.
Non bisogna dimenticare che Zara ha solo tre natatori, cioè arti atti al nuoto, ed in particolare uno solo anteriore, il sinistro. La nostra tartaruga comincia lentamente e goffamente a muoversi in direzione del mare, lasciando le caratteristiche orme sulla spiaggia bagnata, fino a quando non incontra la prima, la seconda e altre onde ancora, fino a quando la si vede ormai nuotare per qualche metro dalla riva a galla e, dopo un po’, sparire tra le basse onde del mare. L’intensità e la gioia del momento è percepita moltissimo dai ragazzi dai quali parte spontaneamente un lungo applauso per accompagnare Zara nel suo nuovo viaggio.
Il presidente Benavoli confessa che per la prima volta, in cinque anni di attività, il centro TARTANET rimane senza tartarughe ricoverate. Ma non per questo l’attività finisce: bisogna continuare a sensibilizzare la gente sull’importanza che hanno questi animali nel nostro ambiente e sulla necessità di segnalare alle autorità marittime o alla stessa associazione la presenza di tartarughe in difficoltà. Questo splendido animale, comparso sulla terra circa 300 milioni di anni fa, prima dei suoi parenti estinti dinosauri, oggi si trova a combattere per sopravvivere non ad eventi naturali catastrofici ma alla specie più “evoluta” della Terra: l’uomo. Ma il nostro futuro e la nostra speranza sono i nostri ragazzi!
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