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Pochi giorni fa è stato avviato il nuovo progetto “Sui Sentieri del tempo” la cui Pro Loco di Brancaleone, guidata da Carmine Verduci ha lavorato già da questo inverno con le guide escursionistiche del Reggino, ha come scopo la promozione di percorsi naturalistici che colleghino il borgo di Brancaleone Vetus al caratteristico borgo di Staiti, attraverso itinerari naturalistici e culturale che attraversano gli altopiani di Campolico, zona considerata “il polmone verde di Brancaleone”.
il progetto “I sentieri del tempo”
E’ stato la guida escursionistica associata Aigae nonchè membro del C.A.I. di Reggio Calabria Rocco Romeo ad aver inaugurato il progetto con l’organizzazione di questo primo itinerario unico che ha raggiunto l’Azienda Sidari per una degustazione di formaggio pecorino e ricotta appena fatta. La giornata si è conclusa con la visita fra i ruderi e le grotte di Brancaleone Vetus che ha coronato una giornata di relax e puro trekking culturale.
A suggello della giornata, la guida escursionistica Rocco Romeo è stato omaggiato con un “attestato di gratitudine” da parte della Pro Loco di Brancaleone che ha motivato il gesto come l’ avvio inaugurale di un progetto volto alla promozione e valorizzazione dell’entroterra Brancaleonese, che vuole far conoscere le peculiarità paesaggistiche e storiche del territorio, attraverso azioni sinergiche con i professionisti del settore turistico, mediante la fruizione dei luoghi ed il supporto locale, ponendosi come obbiettivo l’incentivazione del turismo lento che negli ultimi tempi ha maturato interesse soprattutto fra i giovani.
Le dichiarazioni
Un ottimo inizio- spiega Carmine Verduci – che adesso spera di poter portare un nuovo target di utenza nel comprensorio Brancaleonese contraddistinto da siti naturalistici connessi a percorsi trekking che si sposano benissimo con i borghi della cosiddetta “Valle degli Armeni” che comprende i comuni di: Brancaleone, Staiti, Bruzzano Zeffirio e Ferruzzano, i quali conservano delle peculiarità storico-archeologiche, che affondano le radici nel lontano VI secolo d.C. quando i primi religiosi provenienti dalla Cappadocia, Anatolia e Cilicia, trovarono rifugio in queste terre e fra le grotte che ancora oggi affascinano i visitatori.
Tutto questo – conclude Verduci-speriamo che si tramuti presto in un vero e proprio slancio per il territori, che si prepara alla “ripartenza” dopo la pandemia che ha fortemente inflazionato il turismo nella nostro territorio, che ha tutte le caratteristiche peculiari per offrire percorsi storico-naturalistici e culturali, fuori dalle rotte escursionistiche più conosciute, che vuole proiettare quest’area verso un grande progetto di rete dei borghi attraverso le associazioni che operano nel settore turistico e che da anni si impegnano per offrire nuove alternative turistiche a beneficio della popolazione e degli attori locali.
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