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Questa notte, oltre 100 Carabinieri del Nucleo Investigativo di questo Gruppo, delle dipendenti Compagnie di Locri e Bianco, nonchè dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria” del Gruppo Operativo Calabria (GOC) di Vibo Valentia, nel corso di una serie di perquisizioni delegate dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria – Direzione Distrettuale Antimafia finalizzate alla cattura del latitante PELLE Antonio, classe 1962 (appartenente alla cosca “PELLE – Vottari” di San Luca, inserito nell’elenco dei latitanti pericolosi perché colpito da un provvedimento di esecuzione di pene concorrenti emesso dalla Procura Generale della Repubblica di Reggio Calabria a 20 anni di reclusione, a 40.000 €uro di multa e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici per reati in materia di droga, associazione per delinquere di stampo mafioso, ricettazione e armi), hanno effettuato un’ampia e concentrica operazione di servizio tesa a rintracciare il prevenuto, individuando, in una struttura abitativa intestata a una vedova 74enne del luogo:
– un “bunker” sotterraneo in muratura di circa 10 mq., sovrastato da un magazzino, il cui accesso era consentito mediante traslazione di un blocco di cemento armato su rotaie azionato da un sistema elettrico, al cui interno vi era solo un’immagine della Madonna di Polsi appesa al muro;
– due vani, ormai inutilizzati, in muratura siti, rispettivamente, al di sotto del pavimento di un bagno e del sottoscala dell’immobile, uno di 6 mq., l’altro di 2 mq..
Nella circostanza, le attività di ricerca sono state estese anche ai terreni di pertinenza e circostanti le abitazioni perquisite, ove sono stati effettuati diversi saggi in profondità avvalendosi di un escavatore, nonché a ulteriori 13 immobili, alcuni allo stato rurale, altri grezzo, posti nelle immediate vicinanze, dove sono stati sequestrati:
– un silenziatore per pistola;
– 12 Kg. di sostanza da taglio per stupefacenti;
– 40 grammi di Marijuana;
– 10 cartucce cal. 12 caricate a pallettoni.
Le risultanze investigative nel tempo assunte, in particolare ad esito delle indagini condotte a seguito della cruenta faida di San Luca, inducono a ritenere che il bunker, ormai inutilizzabile e sottoposto a sequestro dai Carabinieri operanti, fosse nella disponibilità della cosca “PELLE – VOTTARI”, idoneo per dar rifugio a latitanti e per occultare armi.
Dopo gli ultimi, eclatanti rinvenimenti di bunker nella Locride [negli ultimi mesi ne sono stati trovati 3 di estremo interesse, di cui uno, a novembre scorso, a Camini (RC), adibito anche a serra per la coltivazione di marjuana, uno nel dicembre successivo, sempre a Bovalino, realizzato all’interno di un container interrato e perfettamente mimetizzato nel sottosuolo, l’altro, a pochi chilometri dal primo, di oltre 600 metri quadri – in allegato, unisco i comunicati inviati a suo tempo], in questa circostanza sono stati nuovamente scovati i più “tipici” manufatti, realizzati in muratura sotto i pavimenti o dietro le pareti di abitazioni e cantine (come anche sopra i solai nei sottotetti, dietro finte pareti di armadi o nei muretti a secco).
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