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di Pasquale Rosaci
Si rinnova a Bovalino l’appuntamento con la cultura, si è parlato d’arte e di personaggi come Dante, Michelangelo e Leonardo, ma anche di Calabria.
Tutelare e valorizzare in maniera adeguata, anche in prospettiva turistica, le nostre ricchezze naturali ed il nostro patrimonio culturale è un “dovere” ma, al tempo stesso anche una grande opportunità. Per questo motivo, il binomio Bovalino e cultura anche se difficile, và tutelato ed incentivato in ogni modo. Ed è in quest’ottica che vanno viste le numerose attività culturali realizzate nella cittadina jonica reggina dal prestigioso Caffè Letteriario “Mario La Cava”, diretto con grande impegno e passione dal suo Presidente Domenico Calabria.
Il successo in tutti questi anni, non è venuto così per caso ma è stato frutto di un lavoro sinergico svolto in maniera costante tra la famiglia del famoso scrittore e le forze sane della comunità bovalinese; forze che hanno aderito subito e con entusiasmo all’organizzazione di svariati eventi culturali. A tal proposito, emblematica è stata di recente la serata intitolata “Palazzi aperti all’arte”, organizzata nel periodo natalizio con la partecipazione attiva di tanti studenti del Liceo Scientifico “F. La Cava” che hanno fatto da cicerone nei luoghi e nei palazzi storicamente più rinomati del paese, tra questi il palazzo La Cava. Nel contempo, le manifestazioni di stima e di apprezzamento provenienti da più parti, hanno consentito di incrementare in maniera considerevole il numero dei soci, tant’è vero che ora i locali della sede cominciano ad essere un po’ stretti per poterli contenere tutti.
Per la cronaca, ricordiamo che gli appuntamenti nel corso del 2015 non sono stati soltanto letterari, ma anche teatrali, cinematografici, giornalistici e musicali, ed hanno registrato la presenza di artisti provenienti da ogni parte d’Italia ma che comunque avevano un forte legame con la Calabria. Anche l’incontro che si è svolto ieri sera alle ore 18 presso il Caffè Letterario, ha evidenziato un forte legame tra l’autrice del libro dal titolo “Guerra d’amore“, Maria Teresa Cipri (nata a Roma) e la sua terra d’origine (Rosarno). In realtà, nel corso dell’incontro oltre a discutere dell’opera, l’autrice si è molto soffermata sul significato e la bellezza dell’arte e su ciò che essa ha rappresentato e rappresenta ancora oggi per il nostro paese; personaggi come Dante, considerato il padre della lingua italiana, come Michelangelo dal carattere particolare e dai modi burberi e Leonardo illuminato dall’immenso ingegno, hanno fatto scuola e reso famosa l’arte italiana nel mondo ed attrae ancora oggi tantissimi turisti.
La serata si è aperta con i saluti di rito da parte del presidente Mimmo Calabria, ha poi preso la parola la giornalista Annamaria Implatani che ha dialogato con l’autrice del libro ed ha stimolato la partecipazione del pubblico presente. Venendo all’opera, la scrittrice ha spiegato che il protagonista è un certo Salvatore che impersona un ragazzino calabrese nato nei primi anni del ‘900, dal temperamento particolarmente focoso e vivace ma che ha dentro di sè ha tanta voglia di imparare e studiare per potersi migliorare; Salvatore sente dentro l’innato amore per l’arte e anche se i mezzi per coltivare questa passione erano piuttosto scarsi (quasi nulli), riesce ugualmente a frequentare il liceo con profitto fino a diventare professore di disegno. Nella vita egli è un uomo mite e pacifico e per questo motivo deve lottare con le tristi vicissitudini della guerra che incontra durante il suo cammino ma che ripudia in maniera radicale. Sono appunto i tanti libri che parlano di Dante e Michelangelo i suoi migliori compagni di viaggio, e lo accompagneranno in un percorso che lo vedrà protagonista in tanti episodi che caratterizzeranno la sua esistenza in luoghi d’arte famosi come Firenze, Venezia e Roma.
In tutto ciò non manca ovviamente il richiamo forte alla “calabresità” che ogni tanto esce fuori in maniera tanto dirompente quanto simpatica, con frasi ed aneddoti caratteristici della nostra gente e della nostra terra. In buona sostanza nel libro si susseguono luoghi, situazioni, personaggi e abitudini che ci faranno ricordare con tenerezza come eravamo. Altro successo, quindi, per il Caffè Letterario “Mario La Cava” che ha dimostrato ancora una volta che anche senza l’adeguato ed il necessario supporto da parte delle istituzioni (a qualsiasi livello), a Bovalino si può fare lo stesso cultura…basta volerlo ma soprattutto saperlo fare.
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