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Si è concluso con un successo di pubblico nella suggestiva cornice del Centri Visitatori dell’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte il convengo dal titolo “La Montagna che cambia, percorsi di legalità in Aspromonte” promosso ed organizzato dall’Associazione Culturale “I Chòra” di Bova col patrocinio dell’Ente Parco.
In una sala gremita, alla presenza di personalità politiche, religiose, militari e del mondo dell’associazionismo, nel corso dell’incontro moderato dal giornalista Gianfranco Marino, si è discusso delle molteplici facce di una montagna come l’Aspromonte oggetto nell’ultimo ventennio di un cambiamento radicale, passata da emblema dei sequestri di persona a volano di sviluppo e di crescita culturale, economica e civile, una crescita testimoniata dalle tante attività poste in essere dai comuni, dalle associazioni e soprattutto dall’Ente Parco Nazionale tra i primi attori del cambiamento.
Tra i relatori, tutti di assoluto livello, che si sono alternati nei vari interventi, Edoardo Mollica del Dipartimento Pau – Università Mediterranea di Reggio Calabria, Gioacchino Criaco in rappresentanza del Comitato Apòscipo per il recupero di Africo vecchio, Cosimo Sframeli Luogotenente Stazione Carabinieri Reggio Calabria Principale , Francesca Parisi Maresciallo Ordinario dei Carabinieri Stazione Reggio Calabria Principale, Don Vincenzo Ruggero Cappellano militare dei Carabinieri della provincia di Reggio Calabria; Giuseppe Priolo in rappresentanza della Prefettura di Reggio Calabria, Alberto Cisterna Sostituto Procuratore Nazionale Antimafia, per concludere col Presidente dell’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte Leo Autelitano.
Dalla pianificazione territoriale attraverso l’opera del Dipartimento Pau all’excursus storico di Cosimo Sframeli che attraverso il suo intervento ha ricostruito gli anni bui dei sequestri di persona. Da Gioacchino Criaco impegnato con il comitato Aposcipo nel recupero del vecchio centro abbandonato di Africo al maresciallo Parisi testimone di alcune attività tenute a Polsi emblema di una montagna che vuole cambiare. Incisivo ed eloquente anche l’intervento di Don Ruggero che utilizzando un breve passaggio di un documento della Cei riferito a la chiesa e la mafia ha descritto in modo sintetico ma eloquente il ruolo della chiesa nel contrasto alla criminalità organizzata.
Nel suo intervento il rappresentante il Dr. Priolo intervenuto in rappresentanza della prefettura ha portato un contributo importante attraverso alcuni aneddoti riconducibili all’epoca in cui lo stesso era commissario prefettizio a San Luca e dunque a stretto contatto con una realtà ora di gran lunga modificata. Attività investigativa e utilizzo delle intercettazioni al centro dell’intervento del Procuratore Cisterna che ha posto l’accento sulla necessità di individuare il problema nella sua essenza non soffermandosi sul carattere arcaico e quasi folcloristico del fenomeno mafioso, ma trattandolo per quello che è, un fenomeno criminale che non rappresenta il primo problema della nostra terra.
La lotta ai poteri forti e ai colletti bianchi – evidenzia Cisterna – sta alla base di un cambiamento radicale peraltro già in atto. Nel suo intervento conclusivo il presidente dell’Ente Parco Leo Autelitano ha ripercorso i temi trattati durante il dibattito mettendo poi in evidenza la necessita di credere al cambiamento, ad un processo già iniziato e che sta cominciando a dare i suoi frutti.
“L’esempio di Africo – dice Autelitano – un tempo tra i luoghi simbolo in negativo per le note vicende consegnateci dalla cronache giudiziarie si stà lentamente trasformando in emblema di cambiamento, un processo lento ma importante che vede anche nell’Ente Parco un importante partner e promotore. Naturalmente – prosegue Autelitoano – il nostro compito è di offrire a certe realtà la possibilità di cambiare, ma solo attraverso una presa di coscienza della gente, come accaduto nel caso di Africo, il cambiamento può passare da semplice utopia a straordinaria realtà”.
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