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Nella suggestiva cornice del “Vua book shop” di Bova, alla fine di agosto, è stato presentato il volume su Raschellà.Il sindaco Santo Casile ha salutato il numeroso pubblico convenuto anche da lontano e ha ringraziato l’editore e l’autore per la lodevole iniziativa di aver incluso la città di Bova nel loro circuito culturale.Paolo Falzea ha ribadito la validità del partenariato tra il Comune di Bova e la sua casa editrice per l’apertura del “Vua book shop”, sede della manifestazione odierna.
Il vicesindaco Gianfranco Marino,in qualità di assessore alla cultura, ha manifestato il suo compiacimento, perché l’istituzione del “Vua book shop” incomincia a dare i suoi frutti con offerte letterarie, artistiche e musicali a tutto campo. A conferma ha messo in rilievo che la serata sarebbe stata animata con intermezzi musicali di notevole rilievo.
A Bova, “uno dei borghi più belli d’Italia”, quindi, il soprano Nadia Vilasi, la flautista Daniela Vilasi e la pianista Vincenzina Mangiolahanno eseguito brani di musica classica, catturando l’attenzione del pubblico, anche perché la musica, dall’alto del soppalco dove erano sistematele tre artiste, si espandeva per l’ampia sala, creando unasingolare atmosfera d’incanto. Dulcis in fundo, l’autore ha dichiarato di sentirsi molto onorato dell’incontro di Bova per vari motivi, quali la conoscenza personale di quasi tutti i convenuti e la sua assidua presenza nella nobile “chora tu Vua”. Ha ringraziato gli amministratori intervenuti soprattutto per il definitivo recupero dell’edificio che ospita la manifestazione e il suo adattamento alla funzione di “Vua book shop”.
L’antica Cappella Marzano, sorta agli inizi del 1700, come recita la lapide collocata all’ingresso del manufatto, divenuta poi Chiesa della Concezione e Parrocchia di Santa Caterina negli anni Cinquanta, ora è risorta a vita nuova. Il passaggio dal vecchio al nuovo si salda nel famoso detto: “Se vuoi salvarti l’anima, leggi un libro”: cura delle anime prima, nutrimento dello spirito al presente. Entrando nel vivo, l’autore ha cercato di rispondere alla domanda: “Perché la presentazione del volume a Bova?” Raschellà è stato autore di una pregevole pubblicazione sul monachesimo basiliano, i cui elementi costitutivi furono il rito bizantino e la lingua greca. Il volume accenna ad alcuni culti basiliani, ancora oggi esistenti sul territorio, tra i quali spicca la devozione a San Leo, che chiude con tale acuto il libro. All’interno del quale vengono nominati vari monasteri della zona e numerosi autori di storia locale, consultati per la stesura dell’opera, tra i quali il bovese Pasquale Natoli, Ercole Lacava (già parroco di Bova) e Attanasio Calceopulo, che visitò i monasteri basiliani presenti nell’area bovese nel lontano 1457.
Altra domanda: “Perché una pubblicazione sul Raschellà?”. Il personaggio è stato un “calabrese intellettuale cattolico del Novecento”, recita il sottotitolo del libro, portatore di valori umani e cristiani, atti a migliorare la qualità della vita. Il relatore ha inquadrato il protagonista dell’opera nel periodo storico di sua esistenza, che va dalla fine del secolo XIX alla seconda metà del Novecento.
Hanno arricchito la presentazione del libro una recensione di Teresa Cantaro, una dichiarazione diEnzo Zolea e una riflessione di Don Pasqualino Catanese, lette dalla prof.ssa Margherita Marino del Liceo Vinci. Il relatore ha fatto un cenno alla sua esperienza di docente alla Vitrioli, anche per ringraziare pubblicamente un gruppo di ex alunni presenti in sala, tra cui Giulia Bonardi. Ella è stata invitata a leggere un suo scritto significativo, riportato nel libro a p.101: “Gli anni della Vitrioli sono stati un passaggio della vita molto felice, dove ho scoperto cos’è l’amicizia, il dolore, la cultura, in poche parole la “Vita”. Domanda finale: “Nel Raschellà quali risonanze hanno avuto gli avvenimenti coevi?” Nelle intenzioni dell’autore il libro ha cercato di dare una risposta a tali quesiti. È riuscito nell’intento? Ai lettori l’inappellabile sentenza.(fm)
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