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Nella tarda serata di ieri, militari delle Stazioni Carabinieri di Bova Marina (RC) e Bova (RC) hanno dato congiuntamente esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare con sottoposizione agli arresti domiciliari a carico di C.D. 62enne originario di Roghudi (RC) ma residente a Melito di Porto Salvo (RC), allevatore, con l’accusa di estorsione, danneggiamento e pascolo abusivo.
I fatti per i quali si procede,concretizzatisi in innumerevoli episodi di danneggiamento risalenti ad un ampio arco temporale compreso tra l’estate del 2010 ed il marzo di quest’anno occorsi in contrada Pricondieri (al confine tra i comuni di Bova e Bova Marina) e tutti conseguenti all’esercizio del pascolo abusivo di una mandria di bovini riconducibili all’azienda zootecnica di C.D., raggiungono l’apice ad ottobre del 2010 quando si verifica un’ipotesi di estorsione avente come soggetto attivo l’allevatore ai danni di un privato cittadino, proprietario di un appezzamento di terreno in zona, teatro delle “scorribande” dei pacifici ruminanti. Questi, infatti, di fronte all’ennesimo scempio di fronde e germogli delle sue piante (ulivi, agrumi ed ortaggi di vario tipo) causato dagli animali, decide di esporre il suo disappunto nei confronti dell’allevatore, nella speranza di ottenere che le rispettive proprietà fossero tutelate e che gli animali al pascolo fossero liberati, come sarebbe logico pensare, esclusivamente nelle pertinenza dell’azienda zootecnica. La malcapitata vittima, però, come risposta, ottiene solo di essere ammonita sull’incolumità dei bovini “…i bovini non si toccano…”, il tutto “…in un contesto dialogante arrogante ed intimidatorio…” (testualmente dall’ordinanza di applicazione della misura); insomma, il proprietario del fondo, invece di ottenere un quanto mai opportuno ripensamento del comportamento illegale del suo interlocutore, rimane vittima di un’estorsione dove l’ingiusto profitto, che è elemento costitutivo del delitto, si concretizza proprio nel pascolo stesso dei bovini, abusivo e, quindi, in danno altrui.
Da qui le indagini condotte congiuntamente dai militari dei citati, confinanti presidi del’Arma (che conoscono bene anche le vicende pregresse dell’arrestato e del suo modo di interpretare il dovere di alimentare i suoi capi di bestiame) ed il provvedimento eseguito ieri, emesso dal GIP di Reggio Calabria su conforme richiesta del locale Ufficio di Procura.
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