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di Elisabetta Orlando
Venerdì 4 giugno, presso i locali dell’IRSEEC, di Bova Marina, si è tenuto un convegno, fortemente voluto dall’Associazione di promozione sociale “Punto Zero“, al fine di sensibilizzare le Amministrazioni Comunali ed i cittadini su un tema di fondamentale importanza: la privatizzazione del bene acqua, prevista dall’art.15 (che definisce i criteri per l’affidamento totale ai privati o alle società miste dei servizi pubblici di rilevanza economica) del Decreto Ronchi, approvato dal Parlamento il 19 novembre scorso.
Come si può dare in gestioni a privati un bene non statale ma della collettività? Quale benefici si possono trarre da questo passaggio?
Il Presidente dell’Associazione, nonché avvocato Giusy Nucera, ha esposto tutti i rischi che deriverebbero da tale manovra, primo fra tutti la fine della libera concorrenza ed un oligopolio se non addirittura monopolio di un bene essenziale per l’umanità.
Quali strumenti potrebbero essere utili alle Amministrazioni Comunali per “sganciarsi” dal suddetto Decreto?
A tale domanda risponde l’esperto del settore, Giovanni Di Leo, importante esponente del Coordinamento Calabrese Acqua Pubblica “Bruno Arcuri”, il quale con grande saggezza ha spiegato sotto il profilo tecnico ed etico il valore supremo dell’acqua.
La Ce – asserisce – non ha emanato alcuna direttiva che obblighi gli Stati membri ad affidare questo bene ai privati. Caso eclatante è la Francia che, dopo la privatizzazione degli anni ’70, sta tornando al sistema pubblico, il quale permette di applicare tariffe più basse per i cittadini ed una migliore manutenzione della rete idrica.
Dopo aver ampiamente dibattuto su tutti i problemi derivanti dalla privatizzazione, l’esperto ha consigliato di seguire le orme di molti Comuni calabresi, i quali nel loro statuto hanno previsto che l’acqua dovesse essere un “bene comune privo di rilevanza economica”. E’ proprio in questo momento che, con fare deciso, il Presidente Nucera, ha proposto ai Sindaci presenti di Bova Marina e Bova, la modifica dello statuto comunale per dare un contributo incisivo in una lotta che non dovrebbe avere alcuna appartenenza politica, ma dovrebbe essere sostenuta per veder riconosciuto un diritto. Proposta accolta senza indugio dall’amministratore Andrea Casile.
Mark Twain asseriva che “il whisky è per bere, l’acqua per combattersi” ed in questa guerra tra poveri c’è solo da sperare che nessuno, un bel giorno si svegli con la proposta di privatizzare l’aria!
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