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Il Tribunale di Reggio Calabria, in composizione collegiale (Dott. Esposito, Presidente.; Dott.ssa Catalano, Giudice relatore e Dott. Fiorentini, Giudice), con Ordinanza comunicata in data 27 dicembre 2012, ha revocato la misura cautelare degli arresti domiciliari applicata all’imprenditore turistico Guglielmo Branca ed al geom. Antonio Mauro, dell’Ufficio Tecnico del Comune di Bova Marina.
I due erano stati attinti dalla misura cautelare degli arresti domiciliari nell’ambito del processo denominato “Spiagge pulite” a far data 31 agosto 2012.
Secondo l’accusa gli imputati sono chiamati a rispondere, in concorso tra loro, del reato di abuso di ufficio per avere, il Mauro, quale responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Bova Marina su istigazione di Branca Gugliemo, operatore turistico di Bova Marina, compiuto intenzionalmente atti del proprio ufficio al fine di arrecare allo stesso un ingiusto vantaggio patrimoniale costituito dalla possibilità di realizzare un villaggio turistico denominato “Perla Jonica” in area demaniale marittima sottoposta a vincolo archeologico, nonché di falso ideologico perché attraverso una comunicazione redatta in data 18 aprile 2007, il Mauro attestava che sull’area interessata dal progetto di villaggio turistico non sussisterebbero vincoli inibitori, inducendo così in errore il dirigente regionale addetto al rilascio della concessione demaniale in capo al Branca.
Il Mauro risponde, altresì di frode in pubbliche forniture, in concorso con l’impresa GLM di Marino Leonardo, per una pretesa difettosa esecuzione di lavori di somma urgenza nel tratto di strada Bova Marina-Bova.
Il Branca, oltre che dei correlati reati edilizi, di un preteso tentativo di concussione con altro imputato che ha poi richiesto il rito abbreviato.
Il relativo processo davanti al Tribunale in composizione collegiale è iniziato il 20 dicembre 2012 ed è stato rinviato al prossimo 14 febbraio 2013 per inizio dell’istruttoria dibattimentale.
Con distinte istanze proposte in data 14 dicembre 2012, gli Avvocati Umberto Abate e Antonio Saffioti, per il Branca, e l’Avv. Domenico Vadalà, per il geom. Mauro, avevano richiesto la revoca della misura cautelare in atto, rappresentando il venir meno delle esigenze cautelari trattandosi, all’evidenza, di reati documentali, ampiamente datati nel tempo, tenuto conto della pressoché assoluta incensuratezza penale degli imputati e del non breve periodo di detenzione domiciliare patito.
In conclusione, secondo i legali, non era individuabile un pericolo concreto di fuga, né un pericolo concreto di inquinamento probatorio, né un pericolo concreto di reiterazione.
Il Tribunale, accogliendo appieno le tesi difensive, “rilevato che l’ulteriore protrazione della misura coercitiva appare non corrispondere ai canoni di adeguatezza e proporzionalità ai termini di gravità del fatto”, ha revocato le misure in atto, disponendo l’immediata scarcerazione dell’operatore turistico e del tecnico bovese.
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