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Siamo alle solite. Ci sono i soldi per realizzare le opere ma non si sa perchè non vengano spesi. Forse in attesa di accontentare l’amico giusto. Il caso che, purtroppo, ci riguarda da vicino è quello del Lungomare di Bova Marina, ridotto a brandelli.
Da tempo si discute sulla necessità di proteggere il Lungomare ed alcuni amministratori del passato si sono spesi per reperire dei finanziamenti atti al fine. Uno di questi finanziamenti è stato utilmente speso con la realizzazione di due barriere soffolte che hanno coperto il tratto che va dal Camping Pugliese all’Hotel “Il Girasole”.
Infatti, proprio in corrispondenza di queste barriere, la furia ondivaga non ha creato i danni che ha partorito altrove. Nei punti in cui le barriere soffolte non c’erano, però, i danni sono stati ingenti ed i residui del Lungomare sono stati letteralmente spazzati via dalla violenza del mare. Ma ciò che preoccupa di più oggi è il rischio che corrono le abitazioni, a ridosso dell’ormai ex Lungomare, e sopratutto la stagione turistica
Sappiamo che presso il comune di Bova Marina ci sono circa due milioni di euro proprio per dei lavori di messa in sicurezza del litorale. Addirittura da circa sei anni, negli armadi municipali giace un “progetto pilota finalizzato alla messa in sicurezza del patrimonio pubblico e privato e alla riqualificazione dell’arenile prospiciente l’abitato di Bova Marina”.
Questo progetto è stato finanziato con circa un milione di euro ma, purtroppo, ancora le somme non sono state spese per il semplice motivo che gli ex amministratori non sono stati capaci di prendere una decisione. Pare che, in un primo momento pensavano di rifare il muro a terra che già era stato abbattuto nel 2008. Successivamente, pare si siano illuminati, incominciando a prendere in considerazione il fatto che occorre lavorare dentro l’acqua per avere dei risultati.
Quindi hanno deciso di cambiare il progetto, sviluppandone uno nuovo con due barriere soffolte in prosecuzione rispetto a quelle già esistenti che, a quanto pare, hanno funzionato a dovere. Come dimostrano gli esiti dell’ultima rovinosa mareggiata, se gli amministratori si fossero degnati di spendere quei soldi con altre barriere soffolte, forse, oggi, il Lungomare di Bova Marina si troverebbe in altro stato.
L’altro milione di euro di cui parlavamo è giunto direttamente dall’Assessorato all’Urbanistica guidato all’epoca dall’ On.le Michelangelo Tripodi, per l’abbattimento dell’ecomostro di Capo San Giovanni per una riqualificazione del posto più bello di Bova Marina. Anche in questo caso, non sono bastati tre anni per fare partire i lavori.
Ovviamente sono oscuri i motivi di questa stasi. Intanto, mentre Bova Marina si prepara al voto, sarebbe opportuno che chi si è reso responsabile di queste incresciose situazioni si prenda una pausa di riflessione in attesa che il paese riprenda il volo. Noi, imprenditori turistico – balneari, vogliamo rimanere in Calabria non vogliamo andare via. Nel mentre, facciamo appello al Commissario Prefettizio, Francesca Crea affinché convochi un tavolo tecnico per affrontare queste problematiche.
Associazione imprese turistiche Magna Grecia
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