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Riceviamo e pubblichiamo:
Riguardo allo scioglimento del comune di Bova M., nell’attesa del (già richiesto) accesso agli atti, che permetterà di entrare nel merito delle reali responsabilità di tutti i soggetti coinvolti, prescindendo da posizioni pregiudiziali e di convenienza, la lettura di quanto già pubblicato (relazioni del ministro Cancellieri e del prefetto Varratta) consente di fare fin da ora alcune considerazioni.
Il decreto di scioglimento analizza 3 realtà: l’operazione “Bellu lavuru”, l’amministrazione Squillaci e l’apparato burocratico del comune. “Bellu lavuru” ha indagato sull’attività dell’amministrazione comunale dal 2004 all’aprile 2008 (sindaco Zavettieri) e ha costituito la base di valutazione della commissione d’accesso. Chi nega questo dice il falso, poiché non si possono capire le vicende bovesi prescindendo da tale operazione. Il prefetto stesso scrive testualmente: “L’Organo ispettivo ha in primis valutato le risultanze dell’operazione Bellu lavuru, dalla quale emergono gli interessi delle famiglie mafiose che, mediante una pervasiva infiltrazione, realizzano forme di condizionamento della pubblica amministrazione, giungendo a collusioni con esponenti politici, sia direttamente che per mezzo di soggetti che fungono da veri e propri collettori di voti”. Dal 2004 al 2008, secondo i magistrati, la ‘ndrangheta è giunta alla «completa infiltrazione in seno all’amministrazione comunale, esautorando progressivamente, con caparbietà e prepotenza tipica mafiosa, tutti i settori di intervento (…)». Essi dichiarano, inoltre, che «gravi sono risultate le connivenze da parte di alcuni locali amministratori in favore di esponenti delle organizzazioni criminali in parola», e citano esplicitamente Domenico Zavettieri, sindaco, cui attribuiscono “una consolidata compiacenza” e Vincenzo Rosario Crupi, assessore al bilancio, la cui vicinanza alla ndrangheta, definiscono “storicamente documentata”.
L’amministrazione Squillaci, dunque, appena insediata, si è trovata di fronte a tale eredità. Come si è comportata? Ha proseguito sulla scia di Zavettieri-Crupi o ha percorso altre strade?
A chi conosca i fatti, è ben noto che le due amministrazioni che si sono succedute (Zavettieri prima, Squillaci dopo) sono sempre state in forte contrasto, essendo stato opposto il loro modo di amministrare. Ne sono prova i fatti più eclatanti citati nel decreto ministeriale, quali: la gestione degli appalti e dei servizi, la concessione di un’area di demanio marittimo rilasciata in zona sottoposta a vincolo archeologico, irregolarità della costruzione di un muro lungo la strada Bova Marina-Bova, il ruolo del dirigente dell’ufficio tecnico.
Riguardo alla gestione degli appalti, a fronte della pesante eredità dell’epoca Zavettieri, l’amministrazione Squillaci ha risposto immediatamente con l’adesione alla Stazione Unica Appaltante della Provincia di Reggio C., dando un segnale inequivocabile di scelta di campo per la legalità e la trasparenza in un settore così delicato, nonché di presa di distanza da qualsiasi volontà di manipolazione degli appalti.
Il caso della concessione di un’area demaniale sottoposta a vincolo archeologico è particolarmente grave. Come specificato anche nel decreto ministeriale, l’autorizzazione e la realizzazione delle opere (un villaggio turistico) sono avvenute con l’amministrazione Zavettieri. L’amministrazione Squillaci, al contrario, emersa la vicenda, non ha approvato il piano di spiaggia e ha denunciato i fatti in seno al consiglio comunale – presenti le forze dell’ordine – e alla Regione Calabria. Da tale presa di posizione è scaturito un iter giudiziario tuttora in corso.
Riguardo al muro di contenimento stradale, la vicenda si è verificata in epoca in cui, superando la dura opposizione della minoranza, l’amministrazione Squillaci aveva rimosso il dirigente dell’ufficio tecnico, nominando al suo posto un ingegnere esterno. Ebbene, anche in questo caso, rilevate le irregolarità, il responsabile è stato denunciato all’autorità giudiziaria.
Altro grave problema, stigmatizzato nelle relazioni, è rappresentato dal ruolo svolto dal responsabile del settore urbanistica e ambiente. Riguardo al dipendente interessato, le cui responsabilità oggettive sono al vaglio dell’autorità giudiziaria, l’amministrazione Squillaci ha agito con fermezza, facendo ciò che la legge consente, e cioè: la denuncia di taluni comportamenti, effettuata più volte dal sindaco in consiglio comunale; la denuncia all’autorità giudiziaria degli illeciti emersi; la sua rimozione dall’incarico di dirigente dell’ufficio tecnico e la sostituzione con un ingegnere esterno (tutto ciò con la ferrea opposizione della minoranza consiliare, guidata dal gruppo Zavettieri-Crupi, che ha sempre difeso il suddetto dipendente).
A tal proposito giova sottolineare che l’amministrazione Squillaci è caduta nell’ottobre 2011, per aver perso la maggioranza politica, mentre lo scioglimento del comune per infiltrazioni è sopravvenuto nel marzo 2012, per la persistenza di problemi legati all’assetto burocratico. Spiega, infatti, il Prefetto, che, a prescindere dagli amministratori, ormai decaduti da mesi, sussiste nell’ente “una compromissione (…) cui è stata attribuita una significativa rilevanza nell’ottica dello scioglimento.” (continua)
Giovanni Mario Squillaci
Ex sindaco di Bova Marina
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