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Lo scorso venerdi 20 luglio si è tenuto presso la sala parrocchiale Mons. Antonino Barberi di Bocale un incontro pubblico riguardante l’erosione costiera, promosso dalla Pro Loco Bocale e dal Comitato per la protezione della costa. All’incontro oltre ai precitati comitati hanno partecipato l’on. Lella Golfo, Commissione attività prod. Commercio e turismo, l’assessore provinciale alla difesa del suolo e delle coste e vice Presidente della Provincia, Giovanni Verduci, l’assessore comunale al decentramento, Giuseppe Martorano, l’assessore comunale all’Ambiente, Tilde Minasi e il delegato del Sindaco per la XV circ., Michele Raso.
Abbiamo appreso con stupore e sconforto che gli interventi di ripascimento del litorale costiero non hanno raggiunto gli obiettivi prefissati. Infatti, dopo che per oltre venti anni ininterrottamente si è continuato a buttare a mare delle pietruzze e con esse denaro pubblico, i relatori intervenuti all’unanimità hanno ammesso che sono stati commessi degli errori, che gli interventi eseguiti hanno favorito la propagazione dell’evento erosivo, che si tratta di interventi tampone finalizzati alla protezione delle abitazioni costiere e non al ripascimento del litorale, del quale non risulterebbe una idonea progettazione. A riguardo sarebbe stata interessata l’università reggina nella persona del Prof. Paolo Boccotti, e Ing. Giuseppe Arena.
I convenuti hanno altresì affermato che non si conoscono le cause del fenomeno erosivo ritenendo che abbia potuto contribuire in modo determinante la costruzione del porto di Saline Ioniche, di cui è stata caldeggiata la demolizione, e l’abusivismo. Va dato atto che i convenuti hanno avuto il coraggio di presentarsi alla collettività e ammettere pubblicamente gli errori commessi dalle istituzioni interessate e di avere reso in modo chiaro il proprio pensiero. Tuttavia l’ammissione di colpa non esime da responsabilità chi ha sbagliato. Le autorevoli affermazioni dei relatori a nostro parere non lasciano spazio ad alternative. E’ necessario sospendere immediatamente i lavori in attesa di specifici studi di settore, da eseguirsi in una visione più globale. Invece sembrerebbe voler insistere nell’errore, infatti si sta aspettando che la Regione o altri Enti stanziano ulteriori somme di denaro per continuare a realizzare i pennelli, opere che fanno danni o non servono o come intervento pubblico sono economicamente un fallimento.
Secondo noi non sarebbe da escludere la demolizione del Porto di Saline visto che ormai la struttura ha perso la propria funzione, ma è necessario impiegare risorse pubbliche e tenuto conto che non si ha certezza che sia il porto la causa prima dell’erosione sarebbe opportuno evitare un ulteriore inutile spesa, mentre per quanto riguarda l’abusivismo edilizio ci si chiede dov’erano le Istituzioni mentre si costruiva abusivamente sul mare o in alcuni casi si rilasciavano gli atti abilitativi pur sapendo che nelle aree marittime non sono ammesse costruzione in maniera stabile e senza tenere conto che qualunque opera realizzata a mare costituisce un ostacolo al libero propagarsi delle correnti e delle onde e pertanto interagisce con esse dando luogo a fenomeni di vario genere che possono risentirsi anche a grandi distanze.
Il Comitato torrente Oliveto nel corso degli anni è più volte intervenuto sul gravissimo processo di erosione costiera contestando gli interventi eseguiti ritenuti a nostro avviso non idonei, richiamando l’attenzione delle competenti Istituzioni ministeriali, regionali, provinciali e comunali alle quali si poneva in risalto che tali interventi avevano fortemente propagato l’erosione nei litorali limitrofi, creando le condizioni per una loro successiva difesa. Si chiedeva altresì se le tecniche scelte per la protezione delle infrastrutture e per il ripascimento della spiaggia fossero idonee, se fossero stati effettuati specifici studi delle correnti marine e dei fenomeni dominanti nelle aree costiere. Si ravvisava altresì l’opportunità per la progettazione delle opere di interpellare professionisti nel settore dell’architettura naturalistica e docenti universitari riscontrando se in fase di progettazione fosse stato tenuto in considerazione quanto indicato dal prof. Paolo Boccotti, ordinario di Costruzioni marittime all’ ateneo reggino, di rinomata esperienza internazionale nel settore dell’Ingegneria marittima, e dall’Ing. Giuseppe Arena, che risulterebbero essere stati a suo tempo interpellati per la progettazione delle opere di protezione costiera.
Più volte abbiamo chiesto che gli Enti competenti assicurassero la popolazione sulla gestione corretta del bene spiaggia e la difesa dei litorali sul fenomeno dell’erosione e specificassero gli interventi di difesa che nel tempo si sono succeduti sul territorio e l’efficacia delle opere e/o i problemi che esse hanno creato, dando prova che tale tipo d’intervento tecnicamente fosse compatibile con le caratteristiche del nostro litorale e non sarebbe stata fonte di ulteriori problematiche che avrebbero condizionato molto lo sviluppo turistico della costa.
Va dato atto alle iniziative soprattutto dell’Amministrazione provinciale che con alcuni interventi sta cercando di arginare tale fenomeno, ma non si comprende come soprattutto i responsabili dei procedimenti non abbiano notato ciò che era sotto gli occhi di tutti ovvero che ad ogni ordinaria mareggiata in molti tratti costieri non rimaneva segno delle opere di protezione.
L’incontro a nostro avviso è stato proficuo. Nel ringraziare tutte le figure istituzionali intervenute e i comitati promotori che ci hanno dato la possibilità di partecipare, dobbiamo rilevare una scarsa partecipazione della popolazione soprattutto dei rappresentanti di strutture ricettive che hanno subito danni o comunque vedono le proprie strutture minacciate dalla galoppante erosione .
Vincenzo CREA
Referente unico dell’ANCADIC Onlus
e Responsabile del Comitato spontaneo “Torrente Oliveto”
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