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Nei giorni scorsi si è svolta , presso la Sala Conferenze della Pro Loco di Bagnara Calabra, la presentazione del libro “Il mercante di stoffe preziose” di Natalino Tripodi (Disoblio Edizioni). Nel corso della presentazione, moderata da Salvatore Bellantone (Editore), sono intervenuti Bruno Ienco (Presidente Pro Loco Bagnara Calabra), Natale Zappalà (Storico e Saggista), Vincenzo Laurendi (Scrittore e Giornalista), Natalino Tripodi (Autore del libro).
Bruno Ienco ha inaugurato i lavori ripercorrendo il sentiero culturale condiviso assieme a Disoblio Edizioni e chiarendo come essere amico dell’autore del “Mercante di Stoffe preziose” sia un pregio perché “Natalino Tripodi è una persona di cultura che sa trasmettere nei suoi scritti i valori su cui dovrebbe ricostituirsi la comunità bagnarese.”
Natale Zappalà ha sottolineato come “la parola che caratterizza maggiormente Natalino Tripodi e i suoi libri sia la bellezza. Bellezza delle copertine e del formato tascabile, bellezza delle storie che rispetto al degrado dei tempi moderni parlano di quei sentimenti e di quei principi che danno davvero un senso alla vita, bellezza della scrittura capace di evocare in maniera immaginifica ciò che è narrato, bellezza della personalità dello scrittore, desideroso di dare quanto più possibile, con racconti autobiografici e inventati, come “Il mercante di stoffe preziose” ambientato nel Regno delle Due Sicilie”.
Vincenzo Laurendi ha spiegato come “la scrittura di Natalino Tripodi sia fluente e affascinante, dalla quale emergono gli studi classici dell’autore. Un libro letto tutto d’un fiato per la bellezza della scrittura e per l’aspetto didattico della novella, che propone negli attuali tempi di degenerazione costante un recupero di quel romanticismo che rende la vita valevole di essere vissuta per davvero”.
Salvatore Bellantone ha ripercorso il cammino di amicizia con l’autore de “Il mercante di stoffe preziose”, evidenziandone “la vulcanica voglia di trasmettere ai più giovani quelle prospettive e quei valori con i quali realizzare il proprio destino”.
Natalino Tripodi, infine, ha raccontato alcuni aneddoti riguardanti la stesura dell’opera, nata proprio per il sociale e per i giovani che abusano della parola “amore” senza comprenderne fino in fondo il significato, incarnato dai protagonisti del suo ultimo racconto, Isabella e Francesca, in un ambiente in cui dominava la legge del padre padrone e c’era molto meno libertà rispetto a quella che si ha oggi.
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