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di Elisa Barresi
Le donne e i pescatori di Bagnara, hanno occupato nuovamente il comune messi all’angolo dall’ennesimo decreto restrittivo per continuare a lavorare. La parola in loro difesa viene presa dal sindaco, Cesare Zappia, il quale sottolinea che «o si muovono a fare qualcosa o qui succederà qualcosa di brutto, sento che l’aria non è più quella di prima si è fatta pesante e i miei pescatori iniziano a dissentire sulle mie parole e questo è grave. Tutto per colpa di una legge vergognosa che sta mettendo a nudo quello che è la legislatura italiana».
Il divieto di pescare i tonni anche accidentalmente pena multe salate non fa altro che acuire un problema serio. «È l’ennesima paradosso della legge italiana – ha ribadito Zappia- che purtroppo dopo aver decretato la riduzione della “ferrettara” ha costretto i miei pescatori a combattere con un attrezzo, il palangaro, che gli da un grande margine d’errore in quanto è impossibile dirottare i tonni, non è selettivo».
Quale é quindi la via d’uscita? «Questi uomini che cosa devono fare. Devono spiegarmi come possono andare avanti. Se pescano un tonno non volontariamente cosa devono fare, buttarlo a mare è un peccato, denunciarlo alla capitaneria è sanzione assicurata come devono muoversi?». Zappia aggiunge che «questo non è accettabile. Siamo tutti esasperati e forse prima ancora dei pescatori il più esasperato sono io. Queste famiglie non hanno più i mezzi per sopravvivere a questo punto io rimetto tutto nelle mani del prefetto, del governatore e del ministro perché io ho le mani legate e questa gente merita risposte e noi non sappiamo piu cosa fare. Adesso sarò io a mettermi in stato di continua agitazione con i miei pescatori perché tutte le proposte vengono accolte ma solo verbalmente ma nessuno apre una porta».
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