Questo post é stato letto 24150 volte!
La nuova produzione della compagnia calabrese Carro di Tespi, Raskòlnikov. Racconto di un delirio, debutta in prima nazionale, stasera mercoledì 18 agosto alle 21,30 nello spazio dell’Arena Belvedere di Bagnara Calabra. Dal monumentale romanzo Delitto e Castigo di Fëdor Michajlovic Dostoevskij, nasce uno spettacolo teatrale che indaga i meandri più profondi dell’animo umano. L’adattamento di Valerio Strati, attore calabrese, in quest’occasione anche nei panni di regista con Ernesto Orrico, infatti, si nutre dei pensieri, delle angosce e del conflitto interiore del protagonista Raskòlnikov.
Un ex-studente indigente che si macchia di un duplice omicidio. Quello della vecchia usuraia Aljòna Ivànovna, dalla quale ha impegnato vari oggetti per mantenersi, e di sua sorella Lizavèta. La storia si sviluppa in un luogo imprecisato e in un tempo interiore fatto di avvenimenti e di deliri dell’anima che poco hanno a che vedere con un puro avanzamento cronologico degli eventi. Due narratori, che di volta in volta entrano nei ruoli dei personaggi, alimentano il ritmo della messinscena. Le musiche originali raccontano i turbamenti d’animo del protagonista, esprimono i conflitti della vicenda, e nei momenti topici sono usate in contrappunto.
Al centro c’è un armadio-confessionale che diventa il contraltare del percorso intimo e contrastato che porterà il protagonista a confessare gli omicidi. Raskòlnikov uccide per affermare le sue folli idee: esistono uomini “straordinari”, pochi, capaci di idee e leggi nuove. Porfirij, giudice istruttore che indaga sull’omicidio, è l’autentico interlocutore dialettico del protagonista. Ha un ruolo fondamentale nella vicenda: porta alla luce le contraddizioni interiori dello studente, lo smaschera ma lo lascia libero. Per il giudice, infatti, la pena ha un senso soltanto se riconosciuta e accettata da chi ha compiuto l’omicidio, che riconosce così la colpa, si pente, ed è pronto ad affrontare il giusto castigo. Alla fine dello spettacolo sarà proprio l’intervento del giudice che condurrà Raskòlnikov alla confessione della sua colpa.
Un’indagine introspettiva e psicologia, quella dell’autore e dei registi, che si sposa sul palcoscenico con una messinscena scarna ed essenziale che trasforma oggetti e personaggi davanti agli occhi degli spettatori.
Lo spettacolo diventa così un percorso delirante attraverso il lato oscuro dell’umanità, la stratificazione dell’essere e ancora attraverso quel sottile confine fra ragione e follia.
Questo post é stato letto 24150 volte!