Bagaladi (Rc), la lettera della famiglia Russo

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Riceviamo e pubblichiamo:

“In questo momento è il nostro cuore a parlare. Distrutto ed ancora incredulo per ciò che si è abbattuto sulla nostra famiglia, il nostro cuore vuole sapere la verità.

Nino non tornerà più a casa e noi vogliamo sapere la vera ragione. Non accettiamo, come è stato detto, che ci sono motivi passionali alla base del litigio che poi è sfociato in tragedia. Nino aveva la sua vita sentimentale, stava con una ragazza che amava e che ricambiava il suo amore. Lo ricambiava a tal punto da essere al nostro fianco in questi giorni prima, durante e dopo i funerali di Nino.

Se di gelosia si è trattato, era una gelosia “personale” nei confronti di Nino, nei confronti del suo modo di essere. E non certo per la contesa di un’amicizia o la vicinanza ad un’altra ragazza.

Un gesto simile richiede motivazioni più forti e noi, come genitori, vogliamo sapere.

La giustizia farà il suo corso e noi non ci difenderemo perché nostro figlio non ce lo restituirà nessuno. Ma quello che in questo momento ci preme, oltre a smentire le voci sulla vita privata di nostro figlio, che come detto era fidanzato ed amava la sua ragazza, è lanciare un messaggio a tutti, soprattutto ai più giovani: c’è sempre tempo e modo per chiarire i diverbi, qualunque sia il motivo del contendere.”

Famiglia Russo

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Author: Francesco Iriti

Storico Direttore di www.ntacalabria.it, ed ideatore insieme a Nino Pansera della testata ntacalabria.it, E' giornalista pubblicista dal 2008. Vive in Irlanda da circa 10 anni come Digital Marketing Manager, ma porta avanti il giornale con l'aiuto di vari collaboratori che hanno sposato il progetto di Ntacalabria.

2 thoughts on “Bagaladi (Rc), la lettera della famiglia Russo

  1. Tutta la mia vicinanza e la mia solidarietà a questi grandi genitori che nonostante un dolore così grande, profondo ed incolmabile hanno saputo reagire con grande dignità ed esempio…. l’amore è una grande forza che nemmeno la morte può abbattere……. prendiamo esempio…

  2. Da direttore di un Centro di Ricerca (il Monoriti) quotidianamente impegnato, assieme a centinaia di giovani, in una incessante opera di diffusione della cultura della legalità e della solidarietà, e da ricercatore universitario costantemente dedito allo studio dei diritti dell’uomo, sento di voler esprimere tutta la mia vicinanza e la mia gratitudine ad una famiglia (che non conosco personalmente) capace, in un momento di così intenso dolore, di trasformare la rabbia in speranza e di concedere una simile lezione di vita ai più giovani (e non solo).

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