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Sulla vicenda dell’ampliamento a Villa San Giovanni della circoscrizione dell’Autorità Portuale di Gioia Tauro, tentare di minimizzare o nascondere la notizia non servirà a coprire fatti talmente gravi che potrebbero aprire a responsabilità, anche di carattere contabile, e coinvolgere a largo raggio strutture centrali e periferiche dell’amministrazione dello Stato.
Quanto emerge dal provvedimento adottato dal Ministro Maurizio Lupi, con riferimento all’area portuale villese della nuova circoscrizione dell’Autorità portuale di Gioia Tauro, infatti, se non verrà velocemente catalogato come un errore frutto approssimativa istruttoria da parte degli Uffici ministeriali rischia di denunciare un utilizzo distorto ed illegittimo delle pubbliche risorse.
Nonostante il tentativo di occultare la notizia, questa volta non verrà consentito ad alcuno di beffarsi della città, come accaduto per la “Variante ferroviaria di Cannitello” e verrà preteso l’esatto adempimento di tutti gli obblighi e criteri nella pianificazione e programmazione dello sviluppo di Villa San Giovanni.
In questa direzione domattina verrà formalmente presentata una interpellanza al Sindaco il quale dovrà spiegare sulla base di quale legittimazione giuridica si siano compiuti atti diretti a trasformare un’opera finalizzata a fronteggiare l’emergenza ambientale in un porto turistico, perché è ovvio che la burocrazia ministeriale non può essersi inventata nulla.
Una spiegazione che seguiremo attentamente visto che la modifica della originaria funzione attribuita all’infrastruttura, di fatto ha sottratto risorse alla denunciata necessità di combattere la causa delle neoplasie e che tale modifica sarebbe intervenuta addirittura prima che l’opera fosse ultimata ed entrata in esercizio.
Ma non sono solo questi gli aspetti inquietanti della vicenda, visto che l’esclusione del “molo di sottoflutto”, come giustamente è stato detto, appare un atto indecifrabile in considerazione della peculiarità di “opera portuale” dello stesso molo e frappone un freno ai diversi possibili ed ulteriori utilizzi che ne possono derivare, a patto che esso sia inquadrato in un programma omogeneo di pianificazione, in assenza del quale viene vanificata la stessa adesione all’Autorità.
E’ avvilente dover assistere ad artificiose ed illogiche invenzioni amministrative, alla parcellizzazione delle attività e del territorio semplicemente per rispondere a logiche di basso cabotaggio ed a detrimento dello sviluppo e dell’economia di una città in ginocchio.
Nessuno intende bloccare o impedire la trasformazione in scalo turistico dell’infrastruttura in fase di completamento ma va contestato il metodo ambiguo con il quale si sta procedendo e si stanno introducendo tossine ed elementi di disturbo che rischiano di trasformarsi in danno per la città. E questo occorre assolutamente impedirlo.
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