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L’ennesimo episodio di violenza intimidatoria che colpisce ancora una volta la Cooperativa Valle del Marro suscita grandissima indignazione e richiede la più ferma e decisa condanna.
Purtroppo contro la cooperativa Valle del Marro da anni si susseguono impunemente attentati, minacce e intimidazioni alle persone e distruzioni e danneggiamenti delle coltivazioni e dei mezzi di lavoro.
Contro la Valle del Marro ed i suoi coraggiosi operatori e volontari si è scatenata la furia criminale della ndrangheta perché la cooperativa con le attività sviluppate sui terreni confiscati rappresenta un esempio da seguire e un modello alternativo di legalità e di sviluppo che contrasta chiaramente con gli interessi criminali che vogliono tenere la nostra terra e i suoi abitanti soggiogati e sottomessi alla prepotenza e alla tracotanza delle cosche.
La mafia non tollera che nel cuore del piana di Gioia Tauro, quello più pesantemente condizionato e inquinato dalle ndrine, sia potuta crescere, con la guida illuminata di Don Pino De Masi e il sostegno di Libera, un’esperienza così innovativa e ricca di contenuti tanto da essere indicata come uno dei modelli più positivi, una buona pratica di valore nazionale.
L’incendio di un escavatore di proprietà della cooperativa, avvenuto a Castellace, in un terreno confiscato alla cosca Mammoliti, è un nuovo tentativo attuato per mettere in ginocchio la cooperativa e per lanciare un segnale sulla volontà della ndrangheta di riaffermare il proprio dominio.
E’ giunto il tempo di non fermarsi più alla semplice solidarietà che, ovviamente, ci vuole sempre ma non basta più, perchè rischia di trasformarsi in uno stanco rito se non ci sono assunzioni concrete di responsabilità..
A questa sfida pesante bisogna reagire con la massima determinazione. Istituzioni, partiti, sindacati, associazioni, forze sociali e culturali, singoli cittadini devono fare ciascuno la propria parte per respingere il ricatto criminale e per garantire il ripristino delle condizioni di agibilità e di sicurezza per tutti gli operatori e i volontari della cooperativa.
Lo Stato dimostri di essere presente sul territorio e alla guerra della ndrangheta si risponda con la guerra della legalità, garantendo il presidio permanente dei terreni confiscati e dei mezzi e delle attrezzature e assicurando tranquillità e sicurezza a tutte le persone coinvolte e interessate direttamente nella gestione e nelle attività della cooperativa Valle del Marro.
La situazione nella piana di Gioia Tauro, anche dopo i recenti gravissimi episodi che sono avvenuti a Polistena ed in altre località, sta diventando davvero esplosiva e non può più essere sottovalutata.
Il PdCI della Calabria si stringe attorno agli operatori, ai volontari e ai giovani della Cooperativa Valle del Marro e di Libera esprimendo loro la massima vicinanza nella convinzione che continueranno nel loro impegno a testimonianza del fatto che solo attraverso percorsi virtuosi e positivi come quello indicato dalla cooperativa Valle del Marro ci può essere una speranza di riscatto e di futuro per questa terra.
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