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I membri dell’associazione “Xenia” – che ormai da tempo sono impegnati nell’attività di sostegno alle varie realtà multietniche presenti nel territorio locale con finalità volte a favorire la loro integrazione con la cittadinanza, anche e soprattutto attraverso il riconoscimento dei loro diritti primari, apprendono con grande sdegno, l’ennesima grave notizia apparsa qualche giorno fa sui giornali locali.
“Niente ambulanza, lasciatelo morire lì!” pare essere la frase shock pronunciata da un operatore del 118 alla richiesta di soccorso di due cittadini di Siderno, intervenuti in seguito alle grida di dolore e richiesta di aiuto da parte di un uomo di nazionalità indiana trovato per strada piegato in due da forti dolori addominali. Alla fine, sono stati i due soccorritori, due cittadini, a farsi carico – con tutti i rischi del caso – del trasporto dell’uomo al Pronto Soccorso di Locri dove i sanitari di turno hanno apprestato le cure necessarie e risolto il problema.
Alla luce di quanto accaduto, Xenia riconosce le difficoltà che ancora contraddistinguono la società civile in cui si trova ad operare con l’intento di integrare uomini e donne di nazionalità diversa nel proprio paese. Si tratta di difficoltà strettamente collegate agli ancora diffusi sentimenti di intolleranza verso gli appartenenti a popolazioni di estrazione geografica e socio-culturale diverse da quella italiana, dal lassismo, oltre che dalla incomprensione.
L’opera di sensibilizzazione che si tenta di portare avanti, insieme ad altre associazioni che – a diverso titolo – si occupano dell’integrazione razziale, non possono che reagire duramente innanzi a fenomeni che escludono, svilendola del tutto, la personalità umana di ogni cittadino, straniero e non.
I volontari di Xenia, convinti dell’importanza di continuare con messaggi di solidarietà ancora più incisivi, continua nella sua opera, stigmatizzando duramente fenomeni che, come questo, denotano segni di autentica inciviltà oltre ad integrare dei veri e propri presupposti di responsabilità penale.
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