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“Sulla realizzazione della centrale a carbone a Saline Ioniche, la provincia di Reggio Calabria risponderà sempre con una irremovibile opposizione”. Lo ha ribadito l’assessore all’ambiente Giuseppe Neri all’indomani della richiesta di convocazione di un consiglio provinciale straordinario monotematico, avanzata dai numerosi consiglieri gruppi di maggioranza, per ribadire la posizione di contrarietà dell’Ente alla realizzazione dell’impianto della Sei su una delle aree naturalisticamente più interessanti della Calabria.
“Spero che anche la Regione faccia altrettanto” – ha proseguito Neri ricordando che la precedente giunta regionale, a guida centrosinistra si era già espressa contro la realizzazione del progetto della multinazionale svizzera. “Se lo Stato, attraverso la Commissione di valutazione di impatto ambientale da parte del Ministero dell’Ambiente, sostiene il progetto della società svizzera Sei, la Regione deve far sentire la propria voce, rilanciando quanto stabilito dal piano energetico regionale che esclude il carbone tra le fonti di energia utilizzabili sul suo territorio”, ha aggiunto Neri chiamando direttamente in causa il Presidente della Regione e l’intero esecutivo regionale.
“La realizzazione di un impianto di questo tipo, nonostante le rassicurazioni tecniche sul suo basso grado di inquinamento, sarebbe un enorme danno per il territorio di Saline, il suo comprensorio e la città di Reggio. Anche se l’abbattimento dei componenti inquinanti secondo le più moderne tecnologie è al massimo livello, resta la certezza che comunque tonnellate e tonnellate di Co2 si riverseranno nell’atmosfera, in un ambito che gravita a ridosso di un’area fortemente popolata come quella dello Stretto di Messina. C’è inoltre da considerare che l’area della ex Liquichimica, sulla quale si sono già consumate svariate speculazioni miliardarie, è un’area di interesse comunitario, zona umida di grande interesse naturalistico e paesaggistico. Nel pantano di Saline è possibile infatti ammirare rare specie di uccelli migratori, alcuni anche a forte rischio di estinzione. Non si capisce, poi – prosegue l’assessore provinciale all’Ambiente – la necessità di costruire questo tipo di impianti solo in Calabria. Non possiamo, pertanto, renderci complici di decisioni calate dall’alto”.
“E poi, perché non sono state prese in considerazione le proposte che sull’area di Saline ioniche abbiamo lanciato negli anni scorsi” – aggiunge Giuseppe Neri. “Il nostro “NO” deciso e convinto alla centrale scaturisce da considerazioni che non si limitano a investire il tema ambientale, ma nascono da tutta una serie di iniziative che questa provincia ha già messo in atto”.
“Nel 2007 è stato proposto uno studio di fattibilità a valere sulle risorse delle delibere Cipe, relativamente ad un sistema integrato di interventi per lo sviluppo e la valorizzazione turistico-ambientale dell’area dell’ex Liquichimica. In quella idea – spiega l’assessore Neri – si puntava alla riconversione del porto, da mercantile a turistico, con insediamenti di natura ricettoriale che avrebbero favorito una maggiore fruibilità dell’area da parte degli operatori turistici locali. La nostra proposta prevedeva la realizzazione di un parco acquatico monotematico di nuova generazione con l’utilizzo di acqua marina; una sorta di “Acquario” marino. Utilizzazione dell’area del pantano come luogo finalizzato a potenziare lo sviluppo e la riproduzione faunistica di specie in via di estinzione. Realizzazione di un info-point culturale, per cogliere appieno l’essenza di enorme valore geo-morgologico e culturale delle tre rocce esistenti, quali Praca, Presterà, Pentadattilo, attuando dei percorsi ambientali per favorire conoscenze storico-scientifiche dei siti in questione”.
“Appare più che evidente, a questo punto – conclude Giuseppe Neri – che l’eventuale realizzazione della centrale a carbone in quel sito non è assolutamente compatibile con gli scenari di sviluppo elaborati dalla provincia. Appare, pertanto, assolutamente inspiegabile il fatto che le schede proposte dalla Provincia di Reggio Calabria non siano state affatto tenute in considerazione, negando di fatto l’innata vocazione allo sviluppo, all’occupazione, all’affermazione di una economia sana nella nostra provincia, ma solo attraverso la tutela e la valorizzazione del proprio territorio, nella direzione di una inclinazione turistica naturale”.
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