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Lo scorso 27 aprile la Polizia di Stato ha eseguito un’Ordinanza di applicazione di custodia cautelare in carcere emessa su richiesta della Procura della Repubblica di Reggio Calabria nei confronti di un cittadino serbo-montenegrino, classe 86, residente a Reggio Calabria, in atto sottoposto alla misura degli arresti domiciliari con il permesso di uscire per svolgere il lavoro di venditore ambulante.
L’arrestato è ritenuto responsabile dei reati di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali aggravate e interruzione di gravidanza cagionata dalle reiterate percosse nei confronti della giovane compagna marocchina.
Le indagini condotte dagli uomini dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, hanno permesso di ricostruire una vicenda di turbolenti rapporti di convivenza conclusa col triste epilogo della provocata interruzione della gravidanza, a calci e pugni sferrati senza alcuna pietà, nei confronti della giovane che si trovava già all’ottavo mese di gravidanza.
Sono altresì emersi comportamenti di ripetuta violenza domestica che avrebbero potuto assumere contorni ben più gravi se non fossero scattate prontamente le manette ai polsi dell’uomo.
Inaudita la ferocia e l’accanimento contro la giovane donna, colpevole soltanto di voler portare in grembo la sua creatura e di non voler procedere all’aborto.
Tanto è bastato per trasformare l’uomo in una furia: calci e pugni sferrati in ogni parte del corpo, in particolar modo allo stomaco, benché la giovane compagna fosse per terra con dolori lancinanti e lo supplicasse di smettere.
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