Arresti Melito Porto Salvo, i dettagli dell’Operazione

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In data 12 febbraio 2013, nelle province di Reggio Calabria, Milano, Monza e Brianza, Varese, Asti, Roma e Viterbo, i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria hanno dato esecuzione ad un’Ordinanza di Custodia Cautelare, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria (dott.ssa Cinzia Barillà) su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia (dott. Nicola Gratteri e dott. Antonio De Bernardo), nei confronti di 65 soggetti, appartenenti e contigui alla ‘ndrangheta nella sua articolazione territoriale denominata cosca “IAMONTE”, operante a Melito di Porto Salvo (RC) e territori limitrofi, responsabili a vario titolo di:

–          associazione di tipo mafioso (art. 416 bis commi 1 – 2 – 3 – 4 – 5 – 6 c.p.);

–          concorso in associazione di tipo mafioso (artt. 110 e 416 bis commi 1 – 2 – 3 – 4 – 5 – 6 c.p.);

–          concorso in illecita concorrenza con minaccia o violenza, aggravata dall’aver favorito un sodalizio di tipo mafioso (artt. 81 cpv. – 110 – 513 bis commi I e II c.p. e 7 L. 203/91);

–          concorso in abuso d’ufficio e falsità materiale commessa dal Pubblico Ufficiale in atti pubblici, aggravati dall’aver favorito un sodalizio di tipo mafioso (artt. 110 – 81 cpv. 323 – 476 c.p. – 7 l. n. 203/91);

–          associazione per delinquere finalizzata all’acquisto, vendita e detenzione di armi e munizioni; associazione collegata a quella di tipo mafioso (art. 416 c.p. – 7 l. n. 203/91);

–          fabbricazione, detenzione e porto illegale in luogo pubblico o aperto al pubblico di armi comuni da sparo e clandestine, detenzione illegale di munizioni per armi comuni da sparo e locazione e comodato di armi, aggravati dall’aver favorito un sodalizio di tipo mafioso (artt. 81 cpv. – 697 c.p. – 1 – 2 – 4 – 7 l. 895/1967 – 22 – 23 co. 2 – 3 – 4 l. 110/1975 – 7 l. n. 203/91);

–          concorso in furto aggravato, aggravato dall’aver favorito un sodalizio di tipo mafioso (artt. 110 – 624 – 625 – 7 l. n. 203/91);

–          simulazione di reato (art. 367 c.p.);

–          ricettazione aggravata dall’aver favorito un sodalizio di tipo mafioso (art. 648 c.p. – 7 l. n. 203/91);

–          associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope del tipo hashish e marijuana con le aggravanti del numero di associati superiori a dieci nonché della disponibilità di armi (art. 74 commi 1 – 2 – 3 – 4 D.P.R. 09/10/1990 n. 309);

–          spaccio in concorso di ingenti quantitativi sostanza stupefacente (art. 110 c.p. – artt. 80 – 73 D.P.R. 09/10/1990 n. 309).

Le indagini dei Carabinieri, coordinate per la Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria dal Procuratore Aggiunto dott. Nicola Gratteri e dal dott. Antonio De Bernardo, hanno ulteriormente consentito di confermare e documentare che la cosca, oltre a controllare il traffico di armi e di sostanze stupefacenti nel territorio di competenza, ha realizzato un’infiltrazione pervasiva all’interno della pubblica amministrazione, riuscendone a condizionare ed orientare attività, scelte politiche e, più in generale, la gestione della res publica.

Nel corso dell’attività investigativa, è stato accertato come il comprensorio del comune di Melito di Porto Salvo fosse interamente sotto il controllo asfittico della cosca IAMONTE che, unitamente alla cosca PAVIGLIANITI – egemone in San Lorenzo e Bagaladi – si è posta come una tra le più consolidate ed importanti organizzazioni criminali della fascia ionica della provincia reggina. D’altronde, la presenza nel territorio della cosca IAMONTE è un dato incontrovertibile che è stato acquisito e stigmatizzato dalla cronaca giudiziaria degli ultimi anni.

L’attività investigativa, come anticipato, ha focalizzato l’attenzione su diversi sodalizi criminali di tipo mafioso i quali con strumenti, condotte e dinamiche tipiche e consolidate della criminalità organizzata:

–      hanno condizionato con il supporto di imprenditori, alcuni dei quali ritenuti affiliati alla cosca IAMONTE e con la pesante e grave connivenza degli amministratori locali, il regolare svolgimento delle gare d’appalto bandite dai comuni del basso Jonio;

–      unitamente ad altri esponenti di altri sodalizi criminali, si sono resi responsabili di condotte rispettivamente finalizzate al traffico di armi e di stupefacenti: molti degli accoliti sono risultati anche affiliati alle cosche locali a conferma del fatto che le famiglie mafiose abbiano sempre lo sguardo rivolto ai predetti fiorenti traffici illeciti.

Le investigazioni hanno permesso di evidenziare come la cosca IAMONTE abbia dimostrato un’elevata capacità di infiltrazione nella Pubblica Amministrazione, come confermato dall’insediamento nel Comune di Melito di Porto Salvo della Commissione d’accesso nominata dal Prefetto di Reggio Calabria il 25.02.2006.

La cosca si è mostrata particolarmente attiva nel settore edilizio, sia pubblico che privato e attraverso il controllo di imprese locali. Più generalmente, essa è riuscita a condizionare tutte le attività produttive, subordinando al proprio benestare e consenso l’inizio di qualunque attività economica. Considerevole si è rivelato il profitto che la cosca ha conseguito attraverso il frequente ricorso alle varie pratiche estorsive: dal pagamento del pizzo, all’imposizione delle forniture e della manodopera, fino ad arrivare all’accettazione coatta, da parte di alcuni imprenditori, dell’estromissione da gare di appalto e lavori in favore di imprese riconducibili alla cosca mafiosa. Si è accertato – confermando precedenti cognizioni investigative – come tra le cosche sia stato sancito un “patto di non belligeranza” che garantisse a ciascuna di esse potere decisionale entro precisi limiti territoriali: questa circostanza, emersa nel corso delle indagini, collima perfettamente con la teoria che riconosce nella concordia tra le cosche un requisito indispensabile ed ormai ineludibile per la prosperità degli affari.

L’indagine ha reso possibile accertare l’esistenza di un cartello di imprese che ha condizionato il mercato ed ha consentito agli imprenditori che ne hanno fatto parte di spartirsi i lavori pubblici banditi dal comune del comprensorio di Melito di Porto Salvo.

Nel corso dell’attività investigativa, è emersa anche la costituzione di un’associazione per delinquere i cui appartenenti hanno tratto illeciti profitti dal traffico delle armi e delle munizioni. Si è accertato come gran parte delle cessioni abbiano avuto luogo nella frazione Prunella di Melito di Porto Salvo, dove i sodali hanno potuto trarre vantaggio dal particolare assetto urbanistico a carattere prevalentemente rurale.

Contestualmente all’esecuzione del provvedimento restrittivo, è stato eseguito un decreto di sequestro probatorio di quattro imprese (di cui una agricola e tre edili e di produzione di calcestruzzo) riconducibili alle cosca IAMONTE, per un valore complessivo di 4 milioni di Euro circa.

Nel corso dell’operazione odierna sono stati impiegati oltre 600 Carabinieri, supportati dai militari dello Squadrone Eliportato Cacciatori, dell’8° Nucleo Elicotteri e del Nucleo Cinofili di Vibo Valentia.

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