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Nella tarda serata di ieri, a conclusione di un’articolata attività investigativa coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria nella persona del Procuratore Aggiunto dr. Michele PRESTIPINO GIARRITTA e del Sostituto Procuratore d.ssa Alessandra CERRETTI, personale di questa Squadra Mobile, del codesto Servizio Centrale Operativo e del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Gioia Tauro, coadiuvati dall’omologo ufficio investigativo di Catanzaro, previa localizzazione, faceva irruzione all’interno di un appartamento situato al secondo piano di uno stabile ubicato a ridosso del centralissimo Viale De Filippis del Capoluogo di Regione, dove si nascondeva LEOTTA Domenico in oggetto generalizzato, latitante da tre anni in quanto sfuggito all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nell’ambito della nota operazione di polizia denominata All Inside.
Nello specifico, il LEOTTA era destinatario di Ordinanza di Applicazione della misura cautelare della custodia in carcere n. 4302/06 R.G.N.R. D.D.A. n. 3567/07 R.G. G.I.P. n. 36/10 OCC DDA, emessa dal GIP del Tribunale di Reggio Calabria per il delitto di partecipazione all’associazione mafiosa ‘ndrangheta nella sua articolazione territoriale denominata cosca PESCE, dal nome della potente famiglia di ‘ndrangheta operante in Rosarno (RC) ed altrove, con il ruolo specifico di avere svolto attività di intermediazione, partecipando agli incontri tra i vertici delle famiglie mafiose BELLOCCO e PESCE, al fine di dirimere la faida nata in seguito all’omicidio Sabatino, oltre che funzioni operative nel settore del traffico di sostanze stupefacenti e delle estorsioni.
All’atto dell’irruzione il LEOTTA, che era intento a guardare il televisore nella stanza da letto, non ha opposto alcuna resistenza.
Nel corso della perquisizione eseguita all’interno dell’appartamento dotato di ogni confort, è stato sequestrato materiale ritenuto utile per il prosieguo delle indagini che mirano ad individuare la rete di fiancheggiatori che hanno garantito al ricercato la latitanza nel corso degli anni.
Come si ricorderà, il 29 aprile del 2010 veniva eseguita un’imponente Operazione di polizia convenzionalmente denominata ALL INSIDE nel corso della quale venivano eseguiti 40 arresti di capi e gregari della potente cosca PESCE di Rosarno. L’indagine, coordinata dalla D.D.A. di Reggio Calabria, faceva luce sugli assetti criminali e sugli equilibri e legami tra i soggetti appartenenti alle diverse famiglie mafiose operanti a Rosarno.
Nello specifico, l’attività investigativa delineava i contorni di una delle più importanti cosche mafiose dominanti a Rosarno con proiezioni operative sul territorio nazionale.
L’attività investigativa traeva origine dall’omicidio di Domenico Sabatino, soggetto ritenuto organicamente inserito all’interno del sodalizio criminale facente capo alla cosca PESCE, avvenuto l’8 ottobre 2006.
Partendo da questo grave episodio delittuoso, le indagini consentivano agli investigatori di individuare le dinamiche criminali, comprenderne le logiche, gli equilibri, le relazioni e gli accordi, nonché l’esecuzione di progetti criminosi della cosca PESCE che, con l’altra cosca rosarnese dei BELLOCCO, nei cui confronti sono già stati eseguiti diversi provvedimenti cautelari a partire dal luglio 2009 e da ultimo nello scorso novembre la nota operazione BLUE CALL, costituiscono due poli intorno ai quali gravitavano altre famiglie ad esse legate, oltre che da legami di parentela, anche da cointeressenze affaristiche. Ognuna delle due cosche costituisce baricentro di interessi di tipo economico, ed in alcuni campi le rispettive sfere di influenza si intrecciano, intervenendo per ricomporre gli attriti eventualmente creatisi tra le famiglie satelliti. E’ il caso delle vicende che riguardano le famiglie ASCONE e SABATINO, rispettivamente legate ai BELLOCCO ed ai PESCE.
Nell’ambito della stessa operazione erano stati contestati, a suo tempo, una serie di delitti in materia di armi, estorsioni ed intestazione fittizia di beni riconducibili alla cosca PESCE.
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