Questo post é stato letto 26850 volte!
Nella serata di venerdì 23 novembre presso il Centro per l’Educazione Permanente UNLA di Arghillà si è tenuta la conferenza “Storia della presenza ebraica nel reggino” a cura del giovane professore Dott. Felice Delfino, proposto e presentato dal professore Antonio Sammarco.
L’appuntamento è il secondo di una lunga serie di tornate culturali presso il centro educativo: le iniziative rispondono al progetto del centro “Radici: ricostruiamo insieme il mosaico della nostra cultura”, un viaggio appassionato tra i meandri della cultura e della storia della nostra terra. Un percorso che pone attraverso un linguaggio semplice ed alla portata di tutti la cultura reggina e calabrese e la loro storia, troppo spesso dimenticata.
Nel secondo appuntamento è stata trattata la tematica della presenza ebraica nella provincia reggina: oltre alle influenze che hanno avuto vari popoli nella nostra terra, importante è stata anche l’influenza del popolo ebraico a Reggio Calabria, comunità quella ebrea che ha accompagnato la storia della nostra città per circa 15 secoli. La ricostruzione temporale è stata resa possibile dai ritrovamenti di reperti archeologici e di documenti storici.
Il popolo ebreo, da sempre molto orgoglioso e tradizionalista, si instaurava nelle antiche città creando quartieri isolati chiamati “Giudecche”: elemento strutturale più importante in questo quartiere era la realizzazione della Sinagoga, loro luogo di culto; nella nostra città, però, la Sinagoga restò al di fuori della Giudecca per vari motivi, tra i quali, non ultimo quello dello spostamento e dell’ ampliamento della città a seguito dei terremoti.
Le minoranze ebree nella storia della loro presenza nella nostra provincia, scelta per una posizione logistica molto favorevole ai traffici nel Mediterraneo, sono state particolarmente importanti in 3 città: Regium (attuale Reggio Calabria), Leucopetra (attuale Lazzaro) e Delia (attuale Bova). La loro presenza favorì soprattutto lo sviluppo della ricchezza in questi territori: infatti la presenza degli ebrei rendeva florida l’economia, grazie alle capacità straordinarie di questo popolo in tale settore.
Gli ebrei nel commercio utilizzavano la lingua greca; all’interno della Giudecca parlavano però normalmente l’ebraico. La lingua greca era la lingua più importante dell’epoca, e nelle nostre terre il greco era anche la lingua principale: quindi, sfruttando la capacità di comunicazione e le loro doti nelle attività di scambio, gli ebrei dettero vita ad una florida economia che li vide protagonisti nel commercio di numerosi prodotti, tra i quali soprattutto vino e seta (prodotti a Reggio e diffusi in tutto il bacino mediterraneo), nella medicina e nella stamperia. La disponibilità di un’ingente ricchezza consentì loro di poter dare il denaro in prestito, operazione non consentita ai Cristiani. Nella veste di usurai, perciò, divennero i finanziatori dell’economia dell’epoca; per questo motivo quindi gli ebrei. a seconda della Dinastia al potere, vennero perseguitati o protetti; ma dove furono protetti, non solo portarono benessere a se stessi ma anche al territorio che li ospitava.
Il viaggio nei 15 secoli di storia, importante per la caratura e la ricercata precisione espressa, ha messo in luce l’importanza che la cultura ebraica ha avuto per la nostra terra: a tutt’oggi rimangono infatti numerose testimonianze di quel passato nella onomastica (cognomi quali Cuzzocrea, Cozzucoli) e nella toponomastica (Via Aschenez, Via Giudecca).
La riscoperta del passato è fondamentale e la si può cogliere anche dalla frase della celebre psicanalista ottocentesca Melanie Kleine, la quale affermò: “Noi siamo ll nostro passato reinterpretato al presente per proiettarlo nel futuro”.
Ci rivedremo al prossimo appuntamento con altri interessanti temi da trattare.
Il Segretario dei giovani del Centro per l’Educazione Permanente U.N.L.A. di Arghillà,
Carmelo Idone
Questo post é stato letto 26850 volte!