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Ancora una volta ritorna ciclicamente l’araba fenice dell’accorpamento del nosocomio melitese con l’azienda ospedaliera reggina e la questione si giudicherebbe positiva se non fosse stranamente legata alla campagna elettorale.
Vorremmo ricordare al governatore Scopelliti che l’ipotesi accorpamento è stata messa in campo da circa due anni su una proposta degli stessi sindaci dell’area grecanica che avevano sposato l’idea lanciata dal partito Italia dei Valori nella persona del consigliere regionale Giuseppe Giordano, sempre in prima linea nelle battaglie a tutela del presidio ospedaliero, e ciò basta per smentire quanto affermato dal Presidente di un presunto disinteresse sull’ospedale da parte dei consiglieri del centrosinistra.
La verità,però, è un’altra ove si pensi che in questo lasso di tempo nulla di concreto è stato attuato e il rispetto degli impegni assunti, a suo tempo, da parte degli organismi regionali avrebbe già definito l’iter burocratico per l’accorpamento. Dopo due anni, a pochi giorni dalla chiusura della campagna elettorale, il governatore annuncia urbi et orbi che fra i due enti sanitari sarebbe stata approvata una integrazione funzionale, primo passo di un percorso che dovrà portare alla fusione .
Rispetto alla genericità dei precedenti comunicati abbiamo visto delle indicazioni più precise da parte del Commissario regionale, ma, nonostante ciò, i dubbi permangono numerosi e in primo luogo l’evasività e la genericità sulla tempistica che dovrebbe portare all’attivazione della prima fase, definita di integrazione funzionale, alla luce anche degli interventi strutturali programmati, e poi alla fase conclusiva , accorpamento fra le due realtà.
Non si comprende,poi, come si intende definire il rapporto fra i due enti, ovvero se si prefigura un rapporto paritario e quindi una operatività full time, o al contrario, si pensa ad una mera succursale dell’azienda ospedaliera nella quale periodicamente e saltuariamente vengono programmati degli interventi senza così rispondere alle urgenze che,invece, il territorio chiede di garantire. Nella sostanza vorremmo sapere se il nosocomio melitese è da intendersi ospedale per acuti o semplice valvola di sfogo dell’azienda reggina, perché, insistiamo, l’idea di accorpamento che abbiamo noi, e che il concetto stesso richiama, ha ben altro significato.
Ecco perché, insistiamo ancora una volta, sarebbe opportuno che le conferenze stampa lascino spazio agli atti ufficiali (decreti commissariali, atti aziendali, delibere ecc.) che potrebbero farci capire realmente quale sarà il futuro del presidio melitese. In questo contesto il governatore ci chiarisca se tali passaggi siano stati oggetto di una valutazione preventiva al tavolo Massicci e quali sono stati gli esiti e ancora se in ordine ai vari passaggi,in particolare nella prima fase di integrazione funzionale, siano stati individuate le relative coperture finanziarie. In ogni caso,per essere chiari, ad una politica colonizzatrice che rischia di portare ad uno svuotamento sostanziale del presidio ospedaliero ,preferiamo l’alternativa di un ospedale generale dotato di strutture complesse come si registra per altre strutture similari ricadenti nell’ASP n° 5 al fine di rispondere in modo globale alle esigenze sanitarie dell’area grecanica tralasciando inutili, costosi e inefficaci interventi saltuari.
PER IL MOVIMENTO
IL SEGRETARIO POLITICO
AVV. ANNUNZIATO FOTIA
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