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ApindustriaCalabria, associazione delle PMI di Reggio Calabria, vuole porre l’accento sull’importanza dell’inserimento del nostro Aeroporto dello Stretto tra i trentuno di interesse nazionale.
Atteso quanto si legge sui mass media, probabilmente, buona parte della nostra classe politica e del mondo dell’imprenditoria non ha colto a pieno il reale significato della infinita opportunità che l’Unione Europea ha attribuito a Reggio Calabria, attraverso il Piano Aeroporti predisposto dall’attuale governo.
Far parte di questa ristretta cerchia di aeroporti significa essere inseriti in uno scenario pluriventennale dei trasporti in Europa, in cui ogni direttiva (i famosi “corridoi” 1 e 2) di transito merci e persone passa in prima battuta attraverso essi. Questo comporta, essenzialmente, movimento e intermodalità, nonchè finanziamenti per l’adeguamento delle strutture e delle infrastrutture interessate, con l’obiettivo che ciascuno di questi punti diventi il volano dell’economia del territorio di riferimento. L’Italia, quindi, ha individuato, in questi 31, gli aeroporti punti di snodo, che, proprio per tale motivo, meritano di rimanere a carico dello Stato stesso, per i servizi di carattere pubblico (Forze dell’Ordine, Dogana, Vigili del Fuoco, Enti di controllo, ect.), ed essere incentivati in conseguenza. Gli altri già esistenti non saranno cancellati : rimarranno a totale carico degli enti locali e/o dei soci privati, se questi ne avranno la forza e la volontà politica. Ovviamente, viene preclusa ogni possibilità di nuove realizzazioni.
Lo scalo di Reggio, prima di questo inserimento, era stritolato tra i due grandi hub di Lamezia, da una parte, e Catania, dall’altra. E, da quello che abbiamo letto sui mass media, in quest’ottica, pian piano, nella scellerata rilassatezza (sperando che di questo si sia trattato!! e non di mala fede) di tutti, era stato lasciato languire nei debiti e nell’ inefficienza, era diventato terra di tutti e di nessuno, e gradatamente ha perso l’utenza di metà provincia di Reggio e di tutta Messina, a vantaggio degli altri due scali. Era un ghetto, destinato alla chiusura e ad essere bypassato, imbavagliato dai due hub che, nel frattempo, sono stati fatti crescere nella sua inerzia. Quale naturale conseguenza, a novembre del 2011, come ha sempre dichiarato il Presidente Porcino, l’ENAC stava per ritirargli la concessione, che allora era annuale.
Da quello che leggiamo e abbiamo avuto modo di constatare, oggi, viceversa, dopo un anno e mezzo di nuova gestione, che abbiamo ? Bilanci attivi, dopo trentanni di perdite costanti ; tranquillità nelle relazioni industriali e dei rapporti con il personale ; nuovi voli nazionali ; charter internazionali e prospettive di ulteriori destinazioni ; finalmente un inizio di restilyng, con la sistemazione di quella topaia che prima erano gli ambienti delle partenze ; un incrementato valore ; la riapertura all’utenza messinese, anche attraverso collegamenti dedicati ; la speranza che si eseguano i lavori di ampliamento della aerostazione ; la sensazione per l’utenza che lo scalo sia considerato al suo servizio ; ma, soprattutto, la credibilità in ambito nazionale, e, di conseguenza, internazionale. Oggi abbiamo tutti la certezza che l’aeroporto continuerà a vivere e comincerà a prosperare, perché è divenuto uno dei trentuno aeroporti di rilevanza nazionale che lo Stato ha deciso di sostenere per il futuro e che saranno oggetto e meta di finanziamenti comunitari, in quanto su di essi scorrerà il traffico di persone e merci in giro per l’Europa. Oggi quello di Reggio è l’aeroporto di riferimento dell’area metropolitana e il terminale dell’Europa meridionale, nel bacino Sud Italia/Calabria/Sicilia orientale/Nord Africa. Oggi la società di gestione è una società appetibile.
La Sogas di adesso ha dimostrato con i risultati quale sia il corretto modo di gestire la cosa pubblica e una struttura complessa come l’aeroporto e che è ora di finirla con le chiacchiere di chi ha supinamente lasciato fare e l’ipocrisia di chi non ha avuto neanche la dignità e il coraggio di partecipare al suo capitale. Chi non vuole comprendere questa realtà incontrovertibile, ostinandosi a non remare, o a remare contro, rappresenta il vero nemico dell’Aeroporto dello Stretto e ha interesse a che il territorio non cresca e rimanga nelle mani di chi l’ha sempre soggiogato.
Tanto c’è ancora da fare, sicuramente, sostiene ApindustriaCalabria, ma è giusto che si dica che se la vera politica, come han già fatto le Istituzioni, la sostiene, questa società di gestione darà all’intera Area Metropolitana le soddisfazioni e il futuro che merita.
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